Le borse avanzano con l'esenzione temporanea dai dazi reciproci per gli smartphone e i pc importati negli Stati Uniti anche se l'incertezza e la confusione sulle tariffe persistono e penalizzano il dollaro. Il biglietto verde è scivolato infatti ai minimi da sei mesi nei confronti delle principali valute, con gli operatori pronti a scommettere che l'euro riuscirà a salire fino a quota 1,2 dollari.
In Europa le piazze finanziarie hanno chiuso in forte rialzo, con Milano maglia rosa salita del 2,88%. Guadagni ben oltre il 2% anche per Parigi e Francoforte. I listini europei hanno approfittato dell'euforia sul settore tecnologico dopo la tregua di Trump e del dialogo fra Washington e Bruxelles sui dazi. Il commissario europeo al commercio Maros Sefvocis è negli Stati Uniti per incontrare il segretario al Commercio Howard Lutnick, al quale intende ricordare l'elevato surplus americano in Europa sul fronte dei servizi, circa 109 miliardi di euro.
Wall Street chiude in rialzo. Il Dow Jones sale dello 0,78% a 40.525,13 punti, il Nasdaq avanza dello 0,64% a 16.831,48 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,79% a 5.405,98 punti.
La volata di Apple: Cupertino, una della aziende più colpite dai dazi, è arrivata a salire fino al 7,5% con l'esenzione di smartphone e pc dai dazi reciproci contro la Cina. Debole invece Nvidia, mentre Amazon è in territorio negativo. In calo Meta all'avvio del processo nel quale è accusata di aver soffocato la concorrenza acquistando o annientando le startup rivali per mantenere il monopolio sui social media. In caso di sconfitta la società di Mark Zuckerberg rischia lo spezzatino, con la separazione di Instagram e WhatsApp.
L'andamento dei listini americani conferma come le preoccupazioni fra gli investitori non sono state spazzate via.
I timori di una recessione infatti restano, così come quelli di una guerra commerciale a tutto campo fra Washington e Pechino.
La revisione al ribasso delle stime dell'Opec per la domanda sembra confermare un rallentamento economico, dato per scontato dal 45% degli economisti interpellati in un sondaggio del Wall Street Journal.
Donald Trump ostenta ottimismo e, paventando dazi sui chip e sul settore farmaceutico, loda Nvidia per aver deciso di produrre interamente negli Stati Uniti i supercomputer per l'intelligenza artificiale. "Un investimento legato alle tariffe", ha commentato il presidente rivendicando la bontà del suo piano, ovvero imporre dazi per portare la produzione manifatturiera negli Stati Uniti. "Più alti sono i dazi, più velocemente le società tornano negli Usa", ha messo in evidenza senza sbilanciarsi sul livello di tariffe che sarà imposto sul settore dei semiconduttori. "Ci sarà un annuncio in settimana", si è limitato a dire.
La Casa Bianca rassicura dicendosi convinta al "100%" che non ci sarà alcuna recessione quest'anno. Più cauto il Fondo Monetario Internazionale che parla di rischi geopolitici elevati: "possono prevenire gli investimenti, aumentare l'incertezza e infliggere shock avversi della domanda sull'economia - hanno osservato gli esperti di Washington -.
Possono anche pesare sulla stabilità delle banche e delle istituzioni finanziarie, soprattutto sui mercati emergenti".
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