Tra sprechi alimentari, spostamenti
in auto, aereo e pullman, e scorretto smaltimento dei rifiuti la
Pasqua rischia di rappresentare un pericolo sul fronte
ambientale. L'allarme viene lanciato dalla Società Italiana di
Medicina Ambientale (Sima), che suggerisce ai cittadini
comportamenti responsabili
Si stima che ogni anno in Italia circa il 10% di cibi e
preparazioni legate all'intero periodo delle festività di Pasqua
finisca nella spazzatura, tra i 150 e i 200 milioni di euro di
alimenti. Maggiore produzione di rifiuti determina un aumento
del livello di inquinamento: una tonnellata di rifiuti
alimentari produce infatti 4,2 tonnellate di CO2.
E sempre in tema di rifiuti, molti cittadini non conoscono le
regole per smaltire correttamente le confezioni di colombe e
uova di Pasqua
Nel periodo di Pasqua crescono poi i movimenti dei cittadini ed
il maggior ricorso ai mezzi di trasporto ha impatti diretti
sull'inquinamento dell'aria.
Una notizia positiva arriva però dalle uova di Pasqua: negli
ultimi anni i produttori hanno adottato misure per ridurre gli
impatti ambientali delle eccedenze. Dopo una prima fase di
vendita promozionale nei supermercati le uova vengono
riutilizzate dalle stesse aziende produttrici per la
preparazione di altri dolci e grazie ai benefici fiscali
previsti dalla legge italiana, i produttori possono donare la
merce invenduta per finalità sociali. Infine, parte delle uova
invendute viene destinata al compostaggio diventando
fertilizzanti naturale per coltivare il terreno
"I cittadini possono fare la differenza attraverso scelte
responsabili e comportamenti corretti - afferma il presidente
Alessandro Miani - E' possibile abbattere gli sprechi attraverso
una spesa mirata prima delle feste, pianificando con attenzione
gli acquisti alimentari, conservando correttamente i prodotti in
frigo, congelando gli avanzi delle feste o riutilizzandoli per
creare nuove ricette, o donando attraverso apposite app le
eccedenze rimaste in casa".
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