LONDRA - Gira la boa dei sei mesi la protesta della madre di Alaa Abdel Fattah - intellettuale e oppositore egiziano fra i più noti che langue in galera in Egitto da anni in base ad accuse che i suoi sostenitori denunciano come politicamente motivate - ridotta ormai allo stremo delle forze da uno sciopero della fame record. La donna, Laila Soueif, un'ex insegnante in pensione 68enne che vive a Londra, intende proseguire nella sua battaglia per cercare di ottenere la liberazione del figlio. Ha parzialmente alleggerito lo sciopero a inizio marzo, assumendo qualche liquido ed integratore dopo essere stata ricoverata per qualche giorno in ospedale e aver ottenuto l'impegno del premier britannico Keir Starmer a sollevare il caso col presidente Abdel Fattah al-Sisi, uomo forte del Cairo; ma continua a rifiutare cibo solido e secondo i medici rischia di andare incontro a conseguenze fatali.
L'intervento di Starmer non ha del resto prodotto finora cambiamenti visibili nella situazione di Alaa Abdel Fattah, scrittore, blogger e animatore di campagne pro-democrazia con passaporto anche britannico (ottenuto nel 2022), indicato a suo tempo da Reporter Senza Frontiere come uno dei "prigionieri politici più perseguitati" dell'Egitto: Paese retto col pugno di ferro dal generale al-Sisi, che resta tuttavia partner strategico in Medio Oriente di Londra come di vari altri interlocutori occidentali.
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