"In questo momento la popolazione di Gaza è terrorizzata e non sa più dove poter fuggire per mettersi in salvo - ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia -. Dalla ripresa degli attacchi israeliani, lo scorso 18 marzo, ormai il 70% della Striscia è sottoposta a ordini di sfollamento o è stata resa inaccessibile (le cosiddette 'no go areas') dalle forze israeliane. Una situazione che sta costringendo centinaia di migliaia di persone, a rifugiarsi in aree prive di qualsiasi servizio essenziale e dove comunque non saranno al sicuro".
A questo, si legge inoltre in un comunicato diffuso oggi, si aggiunge l'esaurimento delle scorte di aiuti e beni di prima necessità da cui dipende la sopravvivenza della popolazione, dato che dallo scorso 2 marzo Israele sta impendendo l'ingresso di qualsiasi fornitura. Una situazione che sta rendendo quasi impossibile la risposta umanitaria. Molte delle organizzazioni sono state infatti costrette a sospendere le proprie attività, complicate anche dalle limitazioni negli spostamenti imposte dalle forze israeliane. Oxfam e i partner con cui collabora non hanno potuto contare su alcun rifornimento di aiuti e con l'aumentare dei bisogni stanno esaurendo tutto. A Gaza City, ad esempio, stanno finendo le riserve di acqua pulita da cui dipende la sopravvivenza di tanti sfollati.
"Assistiamo ogni giorno a massacri, disperazione ed evacuazioni di massa che vengono ordinate con pochissimo preavviso, mentre i bisogni umanitari crescono di pari passo col numero di sfollati - aggiunge Pezzati -. Gran parte della popolazione è alla fame e centinaia di migliaia di persone stanno rimanendo senz'acqua, per la mancanza dell'elettricità necessaria a tenere in funzione le poche infrastrutture idriche rimaste. Per questo lanciamo un appello urgente perché Israele ponga fine al più presto all'assedio su Gaza, sbloccando l'ingresso degli aiuti umanitari. Chiediamo inoltre che venga messo in campo ogni sforzo diplomatico necessario a raggiugere un nuovo cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi detenuti illegalmente.
È infine cruciale che venga interrotta ogni fornitura di armamenti a Israele da parte della comunità internazionale, che rischia di rendersi complice dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi". (ANSAmed).
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