Il killer sapeva che nell'auto
c'era anche un bambino di 4 anni, lo aveva visto. Ciononostante
continuò a sparare, anche contro la vettura dove c'era il
nipotino di quattro della vittima, il quale, per ripararsi, si
era nascosto sotto il sediolino anteriore del lato passeggero.
Emerge tutta l'efferatezza di un gruppo di fuoco che non ha
mostrato nessuna pietà, neppure davanti a un bambino innocente,
dall'ordinanza cautelare con la quale il gip di Napoli Lucia De
Micco ha disposto il carcere per due presunti appartenenti al
clan D'Amico-Mazzarella, Giovanni Salomone, 52 anni e Giovanni
Borrelli, 50 anni, ritenuti componenti del commando che uccise
Luigi Mignano, cognato del boss rivale Ciro Rinaldi, il 9 aprile
2019.
Nel raid, scattato nel quartiere napoletano di san Giovanni a
Teduccio, rimase anche ferito il figlio Pasquale. Illeso,
invece, ma solo per miracolo, il nipotino della vittima, che
padre e nonno stavano per accompagnare a scuola.
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