Sarà il Teatro Trianon Viviani di
Napoli a ospitare, sabato 2 marzo alle 21 (in replica domenica
3), il debutto di 'Blues Velvet' dal sottotitolo 'as neapolitan
jazz dream'; uno spettacolo 'in valigia' di Maria Angela e
Marianna Robustelli, che porta in scena la storia emblematica di
Billie e Lola. Presentato da Fondazione Teatro della Toscana -
Teatro Nazionale, OTP Obeĉe Teatro Project, l'allestimento vedrà
interpreti Maria Angela Robustelli, che firma anche la regia, e
Marianna Robustelli, con la direzione musicale di Salvatore
Torregrossa al pianoforte, fisarmonica, ukulele, chitarra
elettrica e kazoo, Nico Sommese ai fiati, Antonello Buonocore,
al basso e contrabbasso, e Pasquale Ferraioli alle percussioni.
Blues Velvet, sottolinea una nota, "nasce e prende forma dagli
appunti annotati su un tovagliolo di carta, ad un tavolino
dell'Andy's Jazz Club di Chicago, durante un periodo di lavoro
delle sorelle Robustelli nella metropoli statunitense".
Billie e Lola sono due sorelle nate nel sobborgo di Taylor
Street a Chicago, figlie dell'emigrazione, cresciute ascoltando
le interpretazioni e le storie della loro nonna Dolores (Maria
Addolorata) che, orfana e ragazzina, nel 1929 fugge dalla
miseria di un quartiere popolare di Napoli e attraversa l'Oceano
per arrivare in America, solo con la sua chitarra, tante canzoni
e la voglia di cantare. I ricordi di Dolores sono per le due
ragazze l'unico legame con le loro radici che alimenteranno il
loro sogno di diventare due star e tornare a Napoli da dive.
"Blues Velvet - si afferma ancora - ci catapulta in un fumoso
locale notturno, una cave napoletana come un club di Taylor
Street a Chicago, in cui la melodia antica napoletana si fonde
con i ritmi del jazz e la musica da ballo della comunità
italo-americana del dopoguerra. Era de Maggio diventa May is
back, Passione è Passion, 'A vucchella è A pretty lovely kiss,
Uocchie c' arraggiunate invece Black eyes e così via, passando
per Maruzzella, fino ad arrivare ad una versione di Dove sta
Zazà dal sapore più che nostalgico, una rivendicazione di una
identità italiana provata dall'emigrazione e mai perduta".
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