Notificata la chiusura delle
indagini preliminari della Procura di Avellino ai tredici
indagati, a vario titolo, per i corsi professionali "fantasma"
promossi dall'Alto Calore spa nel triennio 2019-2021.
I pm, Vincenzo Russo e Luigi Iglio, avevano chiesto e
ottenuto dal gip del Tribunale di Avellino, Francesca Spella,
l'interdizione per un anno dalle funzioni dell'amministratore
unico, Michelangelo Ciarcia, che nel frattempo ha presentato le
sue dimissioni. Gli addebiti contestati fanno riferimento a
complessivi 632 mila euro di crediti di imposta illegalmente
incassati e iscritti a bilancio di Alto Calore per i corsi di
aggiornamento a 68 dipendenti dell'ente che, secondo gli
inquirenti, di fatto non sarebbero stati svolti.
Oltre che i dipendenti di Alto Calore e il suo amministratore
unico, le indagini hanno coinvolto anche i rappresentanti legali
delle sei società che avrebbero dovuto gestirli. Le ipotesi di
reato configurano, oltre all'emissione di fatture per operazioni
inesistenti, le accuse di peculato, falso in bilancio, indebita
compensazione tributaria. Le difese degli indagati avranno dieci
giorni di tempo per visionare gli atti, prima che la procura
chieda il rinvio a giudizio.
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