"Per risolvere queste crisi occorre
mettersi insieme, governo centrale, locale, imprenditori e
sindacati e trovare strade percorribili che scongiurino il
licenziamento di lavoratori e salvino famiglie dalla
disperazione. Auspico che il passaggio da Jabil alla società Tme
a partecipazione statale, susciti in tutte le parti coinvolte -
in primis nel governo ma anche nella nuova proprietà - la
decisione di assumere un impegno solenne nei confronti di questo
territorio e della sua gente perché non si ripetano gli errori
del passato. Sarebbe per tutti noi una sconfitta immorale in una
terra dove fino a qualche anno fa c'erano Olivetti, Siemens,
Alcatel e tutto l'indotto che accompagnava queste grandi
aziende". Lo scrive, in una lettera aperta indirizzata alle
istituzioni e agli imprenditori, il vescovo di Caserta nonché
di Capua, Pietro Lagnese, intervenendo sulla vertenza della
fabbrica casertana.
"Giorni fa i lavoratori della Softlab mi hanno chiesto di
intercedere perché le istituzioni non si dimentichino di loro,
dipendenti provenienti anch'essi da Jabil, lasciati in mezzo ad
una strada, vittime di una truffa e che hanno la sola colpa di
essersi fidati di un progetto di ricollocazione naufragato poi
in un licenziamento. Chiedo che si trovi una soluzione comune
anche per loro che finalmente possa garantire a tutti i
lavoratori ex Jabil un futuro lavorativo sereno e duraturo. Per
i lavoratori di Softlab sarebbe un giusto risarcimento del grave
torto subito. Impegniamoci tutti nel dare dignità al lavoro.
Sosteniamo gli imprenditori, i lavoratori ed i governanti che
con coraggio lottano per la giustizia sociale", aggiunge ancora
il prelato.
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