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Blitz anticamorra della Polizia di Stato a Napoli, 12 arresti

Blitz anticamorra della Polizia di Stato a Napoli, 12 arresti

Nel mirino due clan del quartiere periferico di Pianura

NAPOLI, 14 aprile 2025, 21:49

Redazione ANSA

ANSACheck
Squadra Mobile - RIPRODUZIONE RISERVATA

Squadra Mobile - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dalle prime luci dell'alba, la Polizia di Stato, coordinata della Procura Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Napoli, sta conducendo un'attività di polizia giudiziaria nei confronti di esponenti di due sodalizi camorristici operanti nel quartiere Pianura.
    Gli uomini della Squadra Mobile di Napoli stanno dando esecuzione - fa sapere un comunicato - a dodici arresti in carcere emessi nei confronti di altrettanti soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di stampo mafioso, omicidio ed estorsione aggravati dal metodo mafioso e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e porto abusivi di armi da fuoco.

Blitz anticamorra a Napoli, indagini dopo omicidio baby boss 

 Prendono spunto dall'omicidio di Antonio Gaetano, ventenne ed esponente di spicco del clan Marsicano-Esposito di Pianura, ucciso a colpi d'arma da fuoco in un agguato di matrice camorristica, nel marzo 2023, sul lungomare di Napoli, le indagini della Polizia di Stato coordinata dalla Dda che hanno hanno portato in carcere 12 presunti esponenti della camorra del quartiere Pianura. La vittima si trovava con due amici in un'autovettura in sosta, nella zona della movida partenopea, quando una persona a piedi e a volto scoperto, si avvicinò all'auto ed esplose al suo indirizzo sei colpi d'arma da fuoco, ferendolo gravemente. La vittima morì in ospedale dodici giorni dopo l'agguato. Tra gli arrestati figura anche colui che, secondo quanto emerso dagli accertamenti, ha sparato a Gaetano. Tutto partì da una lite personale sfociata nell'omicidio che, al killer viene contestato in concorso con dei complici al momento ignoti. L'agguato fu messo in atto mentre era in atto uno scontro tra il clan Marsicano-Esposito e il un nuovo gruppo criminale, che faceva capo alla famiglia Carillo, per il controllo del traffico di stupefacenti e delle estorsioni nel quartiere di Pianura.

Durante le indagini la Polizia di Stato ha trovato e sequestrato la pistola usata per ferire a morte Antonio Gaetano, oltre ad altre armi da fuoco - corte e lunghe - munizioni, marijuana, hashish, cocaina e a denaro contante frutto dello spaccio. Il killer, è emerso, faceva parte del gruppo criminale rivale del clan Marsicano-Esposito-Calone, quello dei Carillo, che gestiva all'epoca una fiorente attività di traffico e vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti, attraverso il controllo delle numerose piazze di spaccio del quartiere Pianura. La compravendita della droga venne video-documentate dalle Iene e i filmati, acquisiti dagli inquirenti, figurano agli atti dell'indagine: nelle immagini sono state riprese le fasi della cessione della droga e anche alcuni indagati mentre confezionavano e distribuivano lo stupefacente. Ulteriori approfondimenti sulle famiglie malavitose in guerra tra loro poi, hanno consentito di scoprire che uno dei capi del clan Marsicano-Esposito-Calone, all'epoca detenuto, impartiva con il cellulare disposizioni ai suoi affiliati armati di tutto punto per chiedere il pizzo ai gestori delle piazze di spaccio di Pianura.

Blitz anticamorra a Napoli, anche killer baby boss tra arrestati 

 Secondo la Squadra Mobile e la Procura di Napoli è Emanuele Bruno, 23 anni, il giovane che nel marzo 2023, tra la movida del lungomare di Napoli, ha ferito a morte, con colpi d'arma da fuoco Antonio Gaetano, ventenne ed esponente di spicco del clan Marsicano-Esposito di Pianura, poi morto in ospedale. Questo omicidio gli viene contestato in concorso con persone al momento non identificate. Bruno, come anche l'altro baby boss 27enne Emanuele Marsicano, figura tra gli undici destinatari delle misure cautelari emesse dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di presunti appartenenti a due clan di camorra del quartiere Pianura di Napoli: il clan Marsicano-Esposito-Calone e il nuovo gruppo criminale facente capo alla famiglia malativosa dei Carillo. Per un dodicesimo indagato, come gli altri anche lui destinatario di un arresto in carcere, si sta attendendo l'esito di un mandato di arresto europeo in quanto è attualmente detenuto in Francia.

Dopo l'omicidio del baby boss un ordine di vendetta dal carcere 

Dopo l'omicidio del baby boss ventenne Antonio Gaetano, avvenuto nel marzo 2023, dal carcere è partito un ordine di vendetta nei confronti del killer. La circostanza emerge dalle indagini della Polizia di Stato sfociate nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Luca Battinieri nei confronti di 12 persone ritenute legate a due clan di Pianura, quartiere alla periferia occidentale di Napoli. Antonio Gaetano, ritenuto un esponente di spicco del clan Marsicano-Esposito-Calone, venne ucciso a colpi d'arma da fuoco in un agguato di matrice camorristica, scattato sul lungomare di Napoli. A sparare, secondo la Squadra Mobile e la Dda di Napoli, sarebbe stato il quasi 24enne Emanuele Bruno, (li compirà prossimo 4 maggio), classificato come "un personaggio di allarmante pericolosità sociale ad onta del dato anagrafico". La misura cautelare gli è stata notificata in carcere dove si trova già da diverso tempo. A chiedere la vendetta, da una cella del carcere dove si trovava, utilizzando un cellulare, fu Emanuele Marsicano, elemento di vertice dell'omonima famiglia malavitosa (anche a lui è stato notificato oggi un arresto). Questa intercettazione, insieme con altre conversazioni confluite nel compendio probatorio raccolto dalla Polizia di Stato e le dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, indicano proprio Bruno, soprannominato "Recchiolone" come il responsabile della morte di Antonio Gaetano. Secondo la ricostruzione della Polizia Scientifica, il killer, quella notte entrò in azione nelle prime ore del 12 marzo 2023, sparando almeno sei colpi di pistola calibro 9 ad Antonio Gaetano. Il sicario si trovava sul marciapiede del lungomare di Napoli, spalle a uno chalet e di fronte alla vettura parcheggiata a "spina di pesce" a bordo della quale c'era la vittima. Il ventenne Antonio Gaetano, seduto sul lato passeggero anteriore, venne colpito subito dopo essere sceso dall'auto. Alla guida c'era un suo amico 27enne, il primo a soccorrerlo, mentre sul sediolino dietro un altro ragazzo. Il conducente della vettura, come gli altri parenti di Antonio Gaetano - il padre (oggi è stato anche lui arrestato), la madre, due zii e un cugino - sono stati ascoltati dai poliziotti nel pronto soccorso dell'ospedale San Paolo dove la vittima, gravemente ferita, venne trasportata. L'autista della vettura, dopo avere mandato in pezzi il suo cellulare, fornì anche informazioni non veritiere agli investigatori. Più volte però mentre gli inquirenti erano in ascolto, i familiari hanno fatto il soprannome del presunto omicida mentre parlavano tra di loro. Per gli investigatori Bruno era legato al gruppo criminale Carillo (componente del clan Marfella-Pesce) rivale delle famiglie Marsicano-Esposito-Calone. Il capo era ritenuto Patrizio Cuffaro (già detenuto per un duplice omicidio), anche lui oggi destinatario di un arresto.
   

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