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'Suoni dal secolo breve' in villa Pignatelli

'Suoni dal secolo breve' in villa Pignatelli

In occasione del Maggio della Musica 2025

NAPOLI, 22 aprile 2025, 12:35

Redazione ANSA

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Con un titolo accattivante e simbolico, Bagliori del secolo breve, che cita il celebre saggio di Eric Hobsbawm, si inaugura domani, mercoledì 23 aprile alle ore 20, nella sede tradizionale di Villa Pignatelli grazie alla collaborazione della direzione del Palazzo Reale che da giugno 2024 si occupa anche della gestione del Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, l'edizione 2025 della rassegna "Maggio della Musica" presieduta da Gina Baratti, con la direzione artistica di Stefano Valanzuolo.
    Domenico Nordio e Francesco Dillon, concertisti di fama internazionale, affrontano due capolavori del primo Novecento.
    La Sonata di Zoltán Kodály (Duetto per violino e violoncello, op. 7, 1914) innesta la musica popolare ungherese nelle forme classiche; la Sonata di Maurice Ravel (Sonata in Do Maggiore, 1922) è dedicata "alla memoria" di Debussy. Completa il programma la famosa Passacaglia scritta da Georg Friedrich Händel, per clavicembalo, nel 1720 (tratta dalla Suite n.7 in Sol minore per clavicembalo) e trascritta da Johan Halvorsen nel 1893.
    Sono venticinque i concerti che formano la stagione 2025, disegnata da Stefano Valanzuolo. L'originalità della rassegna proposta dal "Maggio della Musica", rimanda ai contenuti dei concerti e ai nomi dei protagonisti, scelti in modo da alternare volti nuovi a presenze già consolidate. l fascino della scoperta, cioè, al piacere rassicurante del ritrovarsi.
    Nordio e Dillon, rappresentano un'eccellenza nel panorama musicale. Il primo è uno dei più acclamati violinisti italiani del nostro tempo. Si è esibito ultimamente in molte sale prestigiose internazionali con orchestre come London Symphony, National de France, Orchestre de la Suisse Romande, tra le altre. Veneziano, 54 enne, allievo di Corrado Romano e di Michèle Auclair, ha vinto a sedici anni il Concorso"Viotti" di Vercelli, con il leggendario Yehudi Menuhin presidente di Giuria. È un artista Sony Classical.
    Con una brillante carriera internazionale caratterizzata dall'originalità del repertorio esplorato, Francesco Dillon non è da meno. Torinese, 52 anni, si esibisce come solista su importanti palcoscenici quali il Teatro alla Scala, Konzerthaus di Vienna, Muziekgebouw di Amsterdam, Philharmonie di Berlino, Herkulessaal di Monaco di Baviera, Laeiszhalle di Amburgo, Jordan Hall di Boston. Diplomatosi sotto la guida di Andrea Nannoni a Firenze, si è perfezionato con Anner Bijlsma, Mario Brunello, David Geringas e Mstislav Rostropovich. Ha studiato Composizione con Salvatore Sciarrino.
    Compositore ed etnomusicologo ungherese, Kodály ha contribuito a rinvigorire la cultura musicale del proprio Paese. Al pari del collega e connazionale Béla Bartók, fu assiduamente coinvolto in un'estesa ricerca sul canto popolare ungherese, contribuendo all'evoluzione di una moderna musica d'arte nazionale radicata nello spirito folklorico eppure non disgiunta dall'estetica della tradizione classica del Novecento. Sebbene la produzione di Kodály sia dominata dalla musica vocale e di scena, esiste un'interessante serie di opere da camera, con i due quartetti per archi, l'epica sonata per violoncello solo e lo straordinario Duo per violino e violoncello, op. 7, che fonde i modelli tradizionali ungheresi con le forme di un linguaggio in evoluzione.
    La Passacaglia ricorre nella settima delle otto suite per tastiera di Händel, pubblicate ufficialmente per la prima volta nel 1720 in Inghilterra con il nome di "Suite de Pièces pour le clavecin composées par G. F. Haendel", dopo che erano già apparse (senza il permesso dell'autore) ad Amsterdam. La Passacaglia che conclude la Suite n.7 è molto conosciuta anche in virtù dell'arrangiamento che il compositore, direttore e violinista norvegese Johan Halvorsen (1864-1935) ne trasse per violino e viola (o violoncello) nel 1897. Händel utilizzò questa musica anche in nel suo concerto per organo HWV 306.
    Dedicata alla memoria di Debussy, la Sonata per violino e violoncello di Ravel fu pubblicata da Durand nel 1922 ed ebbe la sua prima esecuzione integrale il 6 aprile di quello stesso anno alla Salle Pleyel di Parigi: il pubblico rimase alquanto sconcertato dalla Sonata e molti critici ne stigmatizzarono le dissonanze e le armonie aspre, interpretandole come frutto di snobismo intellettuale. L'autore ne scrisse così: "Credo che questa sonata segni una svolta nell'evoluzione della mia carriera. Lo spoglio vi è spinto all'estremo. Rinuncia al fascino armonico; reazione sempre più netta nel senso della melodia".
   

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