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Valditara, con nuovi programmi una rivoluzione culturale

Valditara, con nuovi programmi una rivoluzione culturale

'Non solo pedagogica. Non viene lesa autonomia scolastica'

ROMA, 08 aprile 2025, 17:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Le nuove indicazioni nazionali sui programmi scolastici entreranno in vigore dal 2026 2027 per affrontare e risolvere alcune criticità che penalizzano la formazione dei nostri giovani e dare la consapevolezza della nostra identità, ovvero chi siamo, da dove veniamo dove vogliamo andare, rafforzano lo studio della lingua italiana, il latino, che abitua al ragionamento e alla logica, le poesie, per non atrofizzare la memoria, la capacità di saper riassumere: insomma, una rivoluzione culturale non solo una indicazione pedagogica". Così il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara al convegno "Le radici del futuro, confronto sulle nuove indicazioni nazionali per la scuola".
    "Perché queste nuove Indicazioni? Con quale lo spirito? Guai a pensare che vogliono ledere l' autonomia scuole ma compete al ministro indicare degli obiettivi e competenze da acquisire", ha proseguito Valditara, che poi ha spiegato: "siamo partiti dai dati, se il 43% degli italiani non comprende un testo o lo capisce solo se molto semplice o il 20% non conosce Mazzini o se alcuni studenti non sanno situare il Po in una cartina geografica o confondono Dannunzio e Leopardi, è evidente che qualcosa non funziona non per la qualità dell'insegnamento ma perchè veniamo da decenni di svalutazione della grammatica e della sintassi. La lingua italiana non può tollerare che si dica 'cert student' non è chiaro, non si capisce a chi ci si voglia rivolgere. L'identità è un valore, è fondamentale in una società aperta sapere chi siamo, da dove veniamo, altrimenti chi arriva trova il vuoto che poi riempiono gli altri. Da qui nascono le nuove indicazioni che ho dato alla commissione di redigere; la commissione ha svolto un eccellente lavoro, dobbiamo innanzitutto ridare dignità all'insegnamento della lingua basta a derive che hanno distrutto la conoscenza della nostra lingua".
   

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