"Le nuove indicazioni nazionali sui
programmi scolastici entreranno in vigore dal 2026 2027 per
affrontare e risolvere alcune criticità che penalizzano la
formazione dei nostri giovani e dare la consapevolezza della
nostra identità, ovvero chi siamo, da dove veniamo dove
vogliamo andare, rafforzano lo studio della lingua italiana, il
latino, che abitua al ragionamento e alla logica, le poesie, per
non atrofizzare la memoria, la capacità di saper riassumere:
insomma, una rivoluzione culturale non solo una indicazione
pedagogica". Così il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara
al convegno "Le radici del futuro, confronto sulle nuove
indicazioni nazionali per la scuola".
"Perché queste nuove Indicazioni? Con quale lo spirito?
Guai a pensare che vogliono ledere l' autonomia scuole ma
compete al ministro indicare degli obiettivi e competenze da
acquisire", ha proseguito Valditara, che poi ha spiegato: "siamo
partiti dai dati, se il 43% degli italiani non comprende un
testo o lo capisce solo se molto semplice o il 20% non conosce
Mazzini o se alcuni studenti non sanno situare il Po in una
cartina geografica o confondono Dannunzio e Leopardi, è
evidente che qualcosa non funziona non per la qualità
dell'insegnamento ma perchè veniamo da decenni di svalutazione
della grammatica e della sintassi. La lingua italiana non può
tollerare che si dica 'cert student' non è chiaro, non si
capisce a chi ci si voglia rivolgere. L'identità è un valore, è
fondamentale in una società aperta sapere chi siamo, da dove
veniamo, altrimenti chi arriva trova il vuoto che poi riempiono
gli altri. Da qui nascono le nuove indicazioni che ho dato alla
commissione di redigere; la commissione ha svolto un eccellente
lavoro, dobbiamo innanzitutto ridare dignità all'insegnamento
della lingua basta a derive che hanno distrutto la conoscenza
della nostra lingua".
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