Una popolazione più vecchia, con la
previsione di un 34,5% di over 65 nel 2050 secondo l'Istat, il
calo delle nascite e l'aumento degli immigrati stanno
modificando la domanda di beni e servizi. Come, ad esempio, le
scelte alimentari e le ricadute sui costi delle imprese che si
occupano di mense: dagli standard alimentari specifici alla
diversificazione dei menù. È quanto emerge dall'analisi condotta
da Nomisma per Oricon sulla ristorazione collettiva in Italia
che riprende i dati Istat.
Un rapido invecchiamento della popolazione comporta, quindi,
un aumento della domanda di servizi legati alla cura degli
anziani, che richiedono modelli alimentari più elevati e
specifici. Allo stesso tempo - si legge nello studio - la
denatalità si riflette sulla popolazione in età scolare e, di
conseguenza, sulla domanda di servizi educativi e complementari.
Al primo gennaio 2024, la popolazione tra i 3 e i 10 anni si
attesta a 3.773.127 unità, -12,4% rispetto al 2019, quando i
bambini della stessa fascia di età erano 4.241.730.
Parallelamente, la crescente popolazione di origine straniera
porta a una diversificazione delle richieste alimentari,
spingendo le imprese a dover adattare offerte e affrontare nuovi
costi. "L'aumento di studenti e lavoratori di origine straniera
richiederà - si legge - un'attenzione crescente verso diete
speciali, come quelle halal, vegetariane o prive di carne di
maiale".
Con l'evoluzione demografica, le imprese della ristorazione
devono così coniugare l'adeguamento dell'offerta con una
gestione efficiente dei costi.
Per quanto riguarda, quindi, l'invecchiamento della
popolazione, l'incidenza di malattie croniche tra gli anziani e
l'aumento della popolazione over 65 potrebbe portare "a un
incremento numerico assoluto di persone che necessitano di cure
speciali". Un fenomeno che, fanno sapere, avrà un impatto
significativo sulla ristorazione collettiva in ambito sanitario:
"le strutture saranno chiamate a fornire menu specifici per le
esigenze nutrizionali degli anziani, considerando le particolari
esigenze dei degenti con soffrono di disfagia o che hanno
restrizioni alimentari legate a patologie come, ad esempio, il
diabete, l'ipertensione o l'insufficienza renale".
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