E' morto a Vigoleno, in provincia di Piacenza, all'età di 84 anni, il giornalista, scrittore ed esploratore Alberto Schieppati, grande esperto di viaggi avventurosi in fuoristrada e per un periodo di tempo anche costruttore dei camper speciali 4x4 Akhenaton prima su base Saviem e poi Iveco.
Fotografa esaustivamente l'esaltante periodo dei suoi viaggi-avventura, in prevalenza in Egitto, un pezzo di Claudio Gerino pubblicato su La Repubblica il 20 maggio 1987. Racconta con dovizia di particolari di una 'esplorazione' guidata da Alberto Schieppati nel centro dell'Egitto, alla ricerca del cimitero di dinosauri scoperto dagli archeologi tedeschi nel 1911 e poi dimenticato.
"Il viaggio - scrive Gerino - percorre piste su cui passano solo le carovane di contrabbandieri per la Libia. Il capocarovana è Alberto Schieppati, soprannominato Rommel per i suoi anni trascorsi a girare l'Africa. E ci sono anche Carlo Salizzari, operatore Rai, e il collega Mino D'Amato. Dieci persone, quattro giorni con tre fuoristrada - due Land 110 e una Range turbodiesel - nella parte meno conosciuta dell'Egitto.
Dopo di noi verranno gruppi di turisti disposti a vivere la stessa affascinante esperienza. Il primo campo è una tenda araba alle porte dell' oasi di Farafra, dove ci accoglie il governatore.
Magrissimo, 75 anni, gli occhiali tondi e scuri alla Ghandi e del leader indiano della non violenza ha anche i modi e i gesti.
Ci invita nel suo giardino, offrendoci datteri freschi ricoperti di miele e mosche, e il Tchai, un the aromatico e scurissimo. Ci dà anche un lasciapassare che ci aprirà tutte le strade. E la strada è lunga: altri 500 chilometri su una pista malamente asfaltata che porta fino all'oasi di Dakhla. La terza sosta è all' oasi di El Charga, forse la più ricca. Qui incontriamo la nostra seconda guida (la prima, a Farafra, era stata rispedita al Cairo dai militari). Ci accompagnerà nella tappa più dura, 230 chilometri di puro deserto per Luxor. Dovevamo arrivarci in 4-5 ore ed invece siamo rimasti bloccati in una immensa uadi, il letto di un fiume preistorico. La notte nel deserto è un' esperienza incredibile. La guida, leggendo i segni lasciati dal vento, spiega il modo come ripararsi. La temperatura scende fino a sei-sette gradi, restiamo svegli perché un piccolo fenech, un cane del deserto, s' avvicina, pretende cibo e attenzioni. Ci rimettiamo in marcia mentre sulle colline s' aggirano ancora alcuni sciacalli. Pochi chilometri e siamo alla fine del viaggio, il Nilo, la valle dei Re, Luxor".
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