Il 66% degli italiani (2 su 3) è
andato dal dentista negli ultimi 12 mesi (il 19 per cento nei
tre mesi precedenti) o è attualmente in cura. Sono alcuni dei
dati emersi dalla ricerca "Italia 2024 - OmniVision salus di
Key-Stone network", secondo cui risulta che l'igiene orale è il
trattamento più frequentemente effettuato (73%), seguito da
otturazioni o ricostruzioni (25%). Il 32% dei pazienti considera
il mantenimento di una buona igiene orale e il 25% il
mantenimento della salute gengivale, uno degli aspetti
principali da perseguire, con un picco del l'85% nella fascia
40-49 anni, il 34% nella fascia dei 70 anni e oltre, il 54% di
coloro che hanno una bassa scolarizzazione e il 42% di quanti
hanno un reddito basso. Al crescere del livello socio-culturale
si osserva sempre una maggiore attenzione verso la salute in
generale e l'estetica. Cionondimeno, metà degli italiani soffre
di parodontite, rileva Francesco Bernardelli, coordinatore della
commissione editoriale della Società Italiana di Parodontologia
e Implantologia (SIdP), inoltre, il 15 per cento ne soffre in
forma grave. E in aggiunta, benché la parodontite sia la causa
principale della perdita dei denti, solo 1 paziente su 4 ne
conosce le conseguenze. Da un'altra survey condotta di recente
tra gli igienisti dentali (Tracking Igienisti Italia 2024),
emerge che il prodotto più prescritto da questi professionisti è
il filo interdentale, consigliato al 79% cento dei pazienti
visitati. Tuttavia, solo il 46% dichiara di effettuare la
pulizia con filo interdentale e scovolino. La survey Italia 2024
- OmniVision salus svela anche che il 27% degli intervistati
considera lo stuzzicadenti uno strumento idoneo alla pulizia
interdentale, in particolare tra le persone over 70, con un
titolo di studio medio o inferiore e con un reddito basso.
L'importanza della prevenzione - attraverso la cura di sé e
l'attenzione a sintomi che devono spingere a un controllo
odontoiatrico per eventuali interventi tempestivi - non è ancora
compresa appieno. Ciò vale soprattutto per malattie del cavo
orale e delle gengive, meno note di quelle che intaccano lo
smalto, come la carie e la parodontite, malattia infiammatoria
provocata dai batteri presenti nella placca dentale non
adeguatamente rimossa con una corretta igiene orale. L'incidenza
della malattia aumenta progressivamente dopo i 30 anni e
purtroppo è sottovalutata dalla maggioranza della popolazione:
molte persone pensano che avere gengive sanguinanti o che si
ritirano sia normale, magari "per colpa dell'età". Invece, oltre
ai casi di sanguinamento da modalità improprie di lavarsi i
denti, il sangue dalle gengive è il sintomo principe della
parodontite. Purtroppo, la maggioranza delle persone si allarma
solo quando sente i denti muoversi e spostarsi, così la
conseguenza, se la malattia non viene trattata adeguatamente e
in tempo, è la perdita dei denti.
Le ricadute si estendono alla salute dell'organismo,
sottolinea Bernardelli, infatti, la parodontite e l'edentulia
(cioè la perdita dei denti) si associano a diverse malattie
sistemiche (diabete, malattie cardiovascolari, tumori, patologie
respiratorie, e a un aumentato rischio di morte). Uno dei motivi
è che parodontite ed edentulia peggiorano lo stato nutrizionale
di chi ne soffre: chi ha perso i denti tende a scegliere cibi
morbidi e quindi rischia di esagerare con carboidrati, zuccheri
raffinati e grassi. Inoltre, si assiste al passaggio dei batteri
dalla bocca direttamente nel sistema circolatorio.
"La parodontite può essere gestita con efficacia, salvando i
denti (con un notevole risparmio di costi per le sostituzioni),
migliorando la qualità della vita e anche la salute - afferma
Bernardelli. Alla base c'è il controllo dei fattori di rischio e
la collaborazione tra il medico e il paziente. È cruciale
intervenire tempestivamente. Così si può mantenere una dentatura
sana per tutta la vita". Per cominciare quindi, attenzione ai
campanelli d'allarme: come gengive dolenti, arrossate e
infiammate, che sanguinano quando si spazzolano.
La prima regola è lavarsi i denti dopo i pasti per 4-5
minuti, almeno due volte al giorno, valutare con lo specialista
se sia meglio usare lo spazzolino elettrico o quello manuale
(entrambi da sostituire ogni tre mesi circa) e se preferire gli
scovolini interdentali, o il classico filo o entrambi e, sempre
su prescrizione del dentista, quale dentifricio scegliere e se
utilizzare e quanto un collutorio e di che tipo. È cruciale non
fumare, praticare regolare attività fisica e prediligere una
dieta ricca di frutta e verdura fresca come quella mediterranea,
ricca di vitamina C: sono strategie che, se diventano uno stile
di vita, contribuiscono a mantenere sane le gengive.
"Fondamentale è affidarsi a un professionista della salute
della bocca che si tenga aggiornato e segua le Linee Guida
elaborate dalle società medico-scientifiche", sottolinea
Bernardelli. L'odontoiatra può fare un test ad hoc per arrivare
alla diagnosi. Le strategie possono cambiare in base alle
condizioni specifiche della bocca, al profilo di rischio, alla
presenza di altre patologie, allo stile di vita, a eventuali
farmaci assunti. Le nuove linee guida in tema di diagnosi e cura
delle malattie parodontali sono ben codificate e consentono
programmi con step di terapia successivi e obiettivi ben
delineati.
Va in questa direzione l'impegno costante della SIdP, con
progetti dedicati: come il Progetto CAO (Commissione Albo
Odontoiatri)-SIdP/Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini
dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) Linee guida per
"Gengive sane per salvare il sorriso (parodontite)", con il
contributo educazionale non condizionante di Curasept, da sempre
impegnata nella ricerca e nella divulgazione. Si tratta di un
programma di formazione specifica basato su Linee Guida della
Federazione europea di Parodontologia adattate da SIdP e
adottate in Italia nel 2021, con pubblicazione sul sito
ministeriale dell'istituto Superiore di Sanità (nel Sistema
Linee Guida Nazionali, LNG).
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