Ottenuti i primi ologrammi che si possono afferrare e manipolare, per un'interazione più coinvolgente senza la necessità di visori per la realtà virtuale: sviluppati all'Università di Navarra in Spagna, grazie al sostegno del Consiglio europeo della ricerca, potranno essere usati per la didattica e il divertimento, come dimostrato durante la presentazione in Giappone alla conferenza sull'interazione uomo-computer CHI 2025 di Yokohama.
"Quello che vediamo nei film e chiamiamo ologrammi sono in genere display volumetrici", spiega Elodie Bouzbib, prima autrice dello studio condiviso sulla piattaforma Hal. "Si tratta di grafiche che appaiono a mezz'aria e possono essere visualizzate da varie angolazioni senza la necessità di indossare occhiali per realtà virtuale". In commercio "esistono già prototipi di display volumetrici, come quelli di Voxon Photonics o Brightvox Inc., ma nessuno consente un'interazione diretta con gli ologrammi", sottolinea il team di ricerca.
Interazione significa "essere in grado di inserire le mani per afferrare e trascinare oggetti virtuali", aggiunge il coordinatore dello studio, Asier Marzo. "Siamo abituati all'interazione diretta con i nostri telefoni, dove tocchiamo un pulsante o trasciniamo un documento direttamente con il dito sullo schermo: è naturale e intuitivo per gli esseri umani. Questo progetto ci consente di utilizzare questa interazione naturale con la grafica 3D per sfruttare le nostre innate capacità di visione e manipolazione 3D".
I display volumetrici hanno uno strato che oscilla velocemente (chiamato diffusore) su cui vengono proiettate immagini in modo sincrono ad alta velocità (2.880 immagini al secondo). Grazie alla persistenza della visione, le immagini proiettate a diverse altezze vengono percepite come un volume completo. "Il problema - osservano i ricercatori - è che il diffusore è solitamente rigido e se entra in contatto con la nostra mano durante l'oscillazione, può rompersi o causare lesioni". Per questo il team ha sostituito il diffusore rigido con uno elastico, dopo aver testato diversi materiali per le loro proprietà ottiche e meccaniche. La sfida è che "i materiali elastici si deformano e richiedono una correzione delle immagini", puntualizza Bouzbib.
Questa innovazione offre nuovi modi di interagire con la grafica 3D, consentendo agli utenti di afferrare e manipolare oggetti virtuali in modo naturale. "Ad esempio, si può afferrare un cubo tra l'indice e il pollice per spostarlo e ruotarlo, o simulare le gambe che camminano su una superficie usando le dita della mano".
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