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Le aurore su Nettuno osservate per la prima volta

Le aurore su Nettuno osservate per la prima volta

Con il telescopio Webb. Sono a latitudini intermedie, non ai poli

07 aprile 2025, 18:02

di Elisa Buson

ANSACheck
Le aurore su Nettuno appaiono come macchie color ciano (fonte: NASA, ESA, CSA, STScI, H. Hammel AURA, H. Melin Northumbria University, L. Fletcher University of Leicester, S. Milam NASA-GSFC) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le aurore su Nettuno appaiono come macchie color ciano (fonte: NASA, ESA, CSA, STScI, H. Hammel AURA, H. Melin Northumbria University, L. Fletcher University of Leicester, S. Milam NASA-GSFC) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Osservate per la prima volta le aurore su Nettuno, generate dalle particelle cariche provenienti dal Sole che restano intrappolate nel campo magnetico del pianeta finendo per collidere con la parte superiore della sua atmosfera: sfuggite per decenni agli astronomi, appaiono ora come macchie color ciano nelle immagini catturate dal telescopio spaziale James Webb delle agenzie spaziali di Europa, Canada e Stati Uniti. Con questo risultato, pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, si completa il quadro delle aurore sui pianeti giganti del Sistema solare, già osservate in passato su Giove, Saturno e Urano.

Le aurore di Nettuno sono state riprese nel giugno 2023 grazie allo spettrografo nel vicino infrarosso di Webb. Oltre alle immagini, gli astronomi hanno ottenuto anche uno spettro utile a caratterizzare la composizione e la temperatura della ionosfera, la parte superiore dell'atmosfera. Hanno così scoperto la presenza dello ione triidrogeno H3+, che può essere prodotto proprio dalle aurore.

Questi fenomeni luminosi risultano essere molto diversi da quelli osservati sulla Terra, ma anche su Giove o Saturno. Le aurore di Nettuno, infatti, non sono confinate nelle regioni polari, ma si verificano alle latitudini intermedie a causa del particolare campo magnetico del pianeta, inclinato di 47 gradi rispetto all'asse di rotazione del pianeta.

Grazie al telescopio Webb è stato possibile misurare anche la temperatura della parte alta dell'atmosfera di Nettuno: il risultato dimostra che si è abbassata di centinaia di gradi rispetto a quando era stata rilevata nel 1989 dalla sonda Voyager-2. Siccome quei dati erano stati usati per stimare l'intensità delle aurore, è possibile che abbiano fuorviato gli astronomi impedendo di rilevare il fenomeno luminoso per così tanti anni. L'inatteso raffreddamento suggerisce inoltre che questa regione dell'atmosfera può subire importanti variazioni anche se Nettuno è 30 volte più distante dal Sole rispetto a quanto lo sia la Terra.

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