Nell'ultimo anno, oltre 8 aziende
italiane su 10 (82%) hanno affrontato un incidente di sicurezza
informatica dovuto all'uso dell'intelligenza artificiale.
Nonostante ciò, la maggior parte (62%) ritiene che i propri
dipendenti non siano preparati per comprendere le minacce legate
all'IA. Dati che emergono dallo studio "Cybersecurity Readiness
Index 2025" di Cisco. Stando all'analisi, in tutto il mondo solo
il 4% delle organizzazioni può essere considerato 'maturo' dal
punto di vista della sicurezza. Una crescita modesta, dall'1%
dello scorso anno. Non essere pronti ad affrontare i nuovi
attacchi digitali, molti dei quali lanciati tramite tecniche di
IA, è conseguenza di una scarsa preparazione alla cybersecurity.
L'83% degli intervistati considera la carenza di professionisti
qualificati nel campo della cybersecurity una sfida cruciale,
con oltre la metà delle organizzazioni che riferisce di avere
più di dieci posizioni aperte. In Italia, la metà delle aziende
ascoltate da Cisco (51%) prevede interruzioni delle attività a
causa di incidenti informatici nei prossimi 12-24 mesi. Un dato
che sale ancora di più a livello globale, raggiungendo il 71%.
Il Cybersecurity Readiness Index 2025 prosegue la sua analisi,
sottolineando che nell'ultimo anno, il 39% delle organizzazioni
italiane (49% a livello globale) ha subito attacchi informatici
a causa di infrastrutture di sicurezza frammentate e di
soluzioni eterogenee. Guardando al futuro, il 66% degli italiani
pensa che le minacce esterne - come attori malevoli e gruppi
sponsorizzati da stati - rappresentino un rischio maggiore
rispetto alle minacce interne (34%). C'è un però una tendenza in
ascesa: l'IA sta assumendo un ruolo più centrale nelle strategie
di cybersecurity italiane: il 77% delle organizzazioni la
impiega per il rilevamento delle minacce, il 60% per la risposta
agli incidenti e il 62% per il ripristino dei sistemi,
evidenziando il suo potenziale nel rafforzare il perimetro
digitale delle imprese.
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