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Ugo Rondinone, elogio del 'terrone' alla Gam di Milano

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Ugo Rondinone, elogio del 'terrone' alla Gam di Milano

Calchi di ulivi e utensili dorati ispirati al lavoro degli avi

MILANO, 01 aprile 2025, 15:59

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La parola 'terrone' non è un'offesa, ma un elogio di chi ama la terra per l'artista Ugo Rondinone, che debutta alla Gam con la sua prima personale milanese, intitolata proprio 'Terrone'. Un'esposizione che - sottolinea l'artista, nato in Svizzera da genitori italiani e residente a New York - non vuole essere politica, ma di "giustizia poetica".
    A dare il via al progetto, l'incontro con il quadro Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, esposto proprio alla Gam. "Al primo sopralluogo, Ugo ha avuto una sorta di epifania - racconta la curatrice Caroline Corbetta - perché è cresciuto con la riproduzione dell'opera appesa in cucina e il padre, che era emigrato in Svizzera per lavoro, gli diceva 'guarda, questi siamo noi'". Dallo spunto autobiografico è nata la serie The Alphabet of My Mothers and Fathers, allestita di fronte a 'Il Quarto Stato': un enorme pannello con strumenti di lavoro d'inizio secolo, recuperati dai mercatini di Long Island e poi dorati: "Negli anni Venti del Novecento, l'80% degli agricoltori di quell'area - racconta l'artista - erano immigrati italiani.
    Sono rimasto sbalordito nel trovare a Long Island gli stessi utensili fatti a mano che vedevo a casa dei miei nonni a Matera.
    Ho pensato che dorando gli attrezzi avrei riconosciuto l'amore e il duro lavoro dei miei antenati".
    Il legame con la terra è testimoniato anche da quattro monumentali sculture di ulivi, calchi in alluminio degli alberi secolari dell'uliveto dell'artista nei pressi di Matera, terra d'origine dei suoi avi. E sempre di terra, proveniente da tutti i continenti e mescolata alla cera, sono impastate le sculture di giovani nudi che dialogano con le opere della Gam.
    "Tutti e tre i gruppi di opere presentati a Milano - gli ulivi, gli utensili contadini, i nudi - sono correlati alla terra - afferma Ugo Rondinone -. Per quanto riguarda il titolo della mostra, la mia intenzione è di rivendicare la parola 'terrone' che è stata usata come insulto e come strumento di oppressione. Perché lasciare questa parola a chi può usarla per ferire, quando possiamo riprenderla, ripulirla e trovare modi per utilizzarla per 'illuminare' coloro che sono stati offesi? La parola 'terrone' dovrebbe essere celebrata e riportata alla sua intenzione originale, descrivendo le persone che lavorano e amano la terra".
   

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