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Le Case rifugio sono in aumento, ma sono ancora insufficienti

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Le Case rifugio sono in aumento, ma sono ancora insufficienti

Vengono ospitate sempre più donne con i figli in fuga dalla violenza. Il rapporto Istat

17 aprile 2025, 17:31

Redazione ANSA

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L 'interno del centro antiviolenza di Sant 'Antimo intitolato a Giulia Tramontano - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'interno del centro antiviolenza di Sant 'Antimo intitolato a Giulia Tramontano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono raddoppiate dal 2017 le Case rifugio che ospitano le donne in fuga dalle violenze e i loro figli, ma risultano ancora insufficienti rispetto alla necessità, secondo i dati del rapporto Istat 'Le case rifugio e le strutture residenziali non specializzate per le vittime di violenza', relativi al 2023. 

Nel 2023 è aumentata del 3,1% rispetto al 2022 l'offerta delle Case rifugio (464), raddoppiate rispetto al 2017, primo anno della rilevazione Istat. Il tasso di copertura delle Case rifugio è tuttavia ancora basso (0,15 ogni 10mila donne in Italia) con differenze territoriali importanti (si va dallo 0,21 del Nord-ovest allo 0,09 al Centro e al Sud).

Video Come funzionano Centri antiviolenza e Case Rifugio

 

Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e sociosanitari) per motivi legati alla violenza di genere. Sono state 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.

In oltre il 60% dei casi si tratta di donne straniere, non sempre residenti. Sono 4.157 i minori ospiti delle strutture: 2.875 sono i figli delle donne vittime di violenza accolte in Casa rifugio, che potrebbero avere assistito o subito a loro volta la violenza, mentre 1.282 sono i minori vittime di violenza ospiti in strutture non specializzate.

Sono aumentate anche le donne ospiti delle Case rifugio, da circa 1.800 nel 2017 a oltre tremila nel 2023. Sono di più le donne ospitate nel Nord-est (1,5 per 10mila donne), nel Nord-ovest (1,2 per 10mila donne) e nelle Isole (1,0), rispetto al Centro e al Sud (entrambe 0,7 per 10mila donne), rispetto al valore di 1 del totale Italia. In aumento anche i figli accolti, 2.900 nel 2023 (erano 2.670 nel 2022). Solo 10 Case non accolgono i figli delle donne. Il 97,6% delle Case rifugio riceve fondi pubblici, il 2,4% invece attinge solo a fondi privati.

Le Case rifugio che hanno risposto alla Rilevazione si caratterizzano per la natura privata del loro ente promotore. Quattro su cinque (78,1% nel 2023; 82,1% nel 2022) hanno un ente promotore privato qualificato nel sostegno e nell'aiuto alle donne vittime di violenza; il valore massimo si registra nelle Isole (88,6%).

Le quote più elevate di promotori di natura pubblica, nella forma di enti locali in forma singola o associata, sono invece al Centro (33,3%) Si conferma elevata la specializzazione delle Case in tema di violenza di genere (il 74% dei gestori ricopre questa funzione da più di 13 anni e il 93,1% del personale ha seguito un percorso di formazione).

Tra i servizi offerti, il supporto psicologico, la consulenza legale, l'accompagnamento agli altri servizi, l'orientamento al lavoro e all'autonomia abitativa, il supporto alla genitorialità e i servizi dedicati ai minori ospiti.

Nel 2023 sono 2.106 le donne uscite dalle Case rifugio: di queste, 753 hanno lasciato la Casa perché hanno raggiunto gli obiettivi del percorso di uscita dalla violenza, mentre 227 sono tornate dal maltrattante e 235 hanno abbandonato il percorso di uscita dalla violenza. Le restanti 891 donne hanno lasciato per il trasferimento ad altre strutture o abitazioni private.

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