"Gardenia - 10 years later", che il Festival Aperto di Reggio Emilia propone il 15 ottobre alle 20.30 al Teatro Ariosto (replica il 16 alle 18), è un cult internazionale che affronta con tenerezza il tema della transizione di genere e della ricerca d'identità, anche in quella "Grande Età" che è in fondo la stagione più matura dell'essere umano. Il regista-coreografo Alain Platel, unico erede di Pina Bausch, in questo spettacolo storico, scaraventa sulla scena la vita reale restituendocela con una dimensione poetica feroce e commovente.
Un affresco umanissimo, senza morbosità, né esibizionismo provocatorio, né volgarità, di un gruppo di vecchie drag queen, riunitesi dopo la chiusura del cabaret in cui si esibivano.
Ispirato al film "Yo soy así" di Sonia Herman Dolz, lo spettacolo debuttò nel giugno del 2010, mostrando in profondità la vita turbolenta di nove persone. Sette individui più anziani che apparentemente navigano senza sforzo nella zona del crepuscolo tra l'essere maschio e l'essere femmina, in contrasto e armonia con un "ragazzo giovane" e una "vera donna". Ognuno con la propria storia intrigante. Il pubblico internazionale accolse felicemente la produzione e per due anni Gardenia è stato presentato in oltre 200 repliche in giro per l'Europa. Nel 2012 Gardenia è stata nominata per il prestigioso British Olivier Award. Più tardi, la vita del cast è stata ritratta nel documentario "Before the last curtain falls".
Dieci anni dopo, il cast si è riunito, anche se non del tutto: Andrea non c'è più, e con lei se n'è andata anche Tina Turner: otto di loro, ora, continuano pronti a prendere d'assalto il palcoscenico per commuovere e sorprendere ancora una volta. Il 16 ottobre alle 16.30, alla Sala Verdi del Teatro Ariosto, verrà proiettato anche il documentario "Alain Platel - L'umanità in primo piano" di Francesca Pedroni, giornalista e critica di danza, con regia di Simone Pera (Ingresso libero).
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