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Morti due partigiani a poche ore di distanza l'uno dall'altro

Morti due partigiani a poche ore di distanza l'uno dall'altro

A Montefiorino si è spento Roberto Bianchi. A Milano Domenico Pelosi, noto come "Magher"

BOLOGNA, 17 dicembre 2023, 19:05

Redazione ANSA

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Morto a 99 anni il partigiano 'Magher ' Domenico Pelosi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Morto a 99 anni il partigiano  'Magher ' Domenico Pelosi -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Morto a 99 anni il partigiano 'Magher ' Domenico Pelosi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Due partigiani morti a poche ore di distanza l'uno dall'altro. A Frassinoro (Modena), dove viveva con la moglie e la figlia da quando era andato in pensione, si è spento Roberto Bianchi, che avrebbe compiuto 99 anni fra pochi giorni. Era l'ultimo partigiano rimasto in vita che aveva partecipato alle battaglie che fecero nascere l'esperienza della Repubblica di Montefiorino. A San Giuliano Milanese è invece scomparso Domenico Pelosi, classe 1924, noto con il nome di battaglia 'Magher'.

La Repubblica di Montefiorino è stata una delle esperienze più originali della Resistenza italiana: nacque a metà del giugno del 1944 quando i partigiani riuscirono a strappare ai nazifascisti alcune zone dell'Appennino modenese e reggiano (fra cui Frassinoro, paese di Roberto Bianchi), ben prima della liberazione di città anche molto più a sud. Il territorio si proclamò indipendente e lo rimase fino al primo agosto 1944, quando i tedeschi riconquistarono la zona dando alle fiamme il paese di Montefiorino e la sua rocca.

La Repubblica aveva un proprio esercito, un proprio ospedale e un proprio tribunale, ma fu anche un laboratorio politico per le varie forze politiche che si opponevano al fascismo. Ne fecero parte personaggi come Mario Ricci ed Ermanno Gorrieri che hanno poi avuto, finita la guerra, importanti ruoli rispettivamente nel Partito Comunista e nella Democrazia Cristiana. Gorrieri, in particolare, è stato fra i fondatori della Cisl e ha avuto anche una breve esperienza di governo come ministro del Lavoro.

Roberto Bianchi, era uno dei più giovani a far parte di quella esperienza. Come molti suoi coetanei l'8 settembre 1943 era militare e alla notizia dell'armistizio e fuggì per unirsi alla Resistenza sul suo Appennino. Partecipò a numerose battaglie fra le montagne modenesi e reggiane. Dopo la guerra si trasferì a Milano per lavoro, per poi tornare nel suo Appennino modenese una volta andato in pensione. Avrebbe compiuto 99 anni il 29 dicembre e da circa una settimana era ricoverato all'ospedale di Baggiovara a Modena. Il funerale è in programma domani alle 15 alla chiesa di Frassinoro.

"Mio padre - dice la figlia Alba al Resto del Carlino di Modena - parlava di frequente della sua esperienza partigiana. Era molto orgoglioso di questo periodo della sua vita, come di tutto quello che faceva. Ci raccontava di bombardamenti fra il Reggiano e il Modenese e di qualche altro episodio. Rischiò la vita più di una volta. Era una persona molto socievole, legata alla sua terra, alla gente di qua".

A ricordare la morte di Pelosi sono stati il presidente dell'Anpi provinciale di Milano, Roberto Cenati e la presidente dell'Anpi di San Giuliano Paola Pedrazzi. "E' stato "un personaggio storico che ci ha onorato della sua presenza e del suo contributo alla città di San Giuliano Milanese". Nato il primo settembre 1924 a Siziano (Pavia), Pelosi ha lavorato alla Fonderia-Acciaieria Milanese Vanzetti che lascia dopo gli scioperi del 1943 e si unisce alle Squadre di Azione Patriottica Attilio Folli, distaccamento della 172° Brigata Garibaldi. Nel dicembre 1944 viene arrestato ed incarcerato a Villasanta per essere deportato in Germania. "Domenico - si legge in una nota dell'Anpi - continuerà però il suo impegno e lotta fino alla Liberazione unitamente ai tanti giovani e giovanissimi ragazzi partigiani del Comune di San Giuliano, molti dei quali uccisi o deportati, che hanno scritto una pagina gloriosa di coraggio e amore per la democrazia e la libertà".   

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