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Bellini parla due ore in aula, non c'entro con la strage

Bellini parla due ore in aula, non c'entro con la strage

'Io non minaccio i giudici, li ho sempre aiutati

BOLOGNA, 14 febbraio 2024, 19:05

Redazione ANSA

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"Non ho niente a che fare con Bologna, è tutto inventato". Lo ha quasi gridato Paolo Bellini, imputato nel processo sulla Strage del 2 agosto 1980 durante quasi due ore di dichiarazioni spontanee nel processo di appello.
    "Io non posso aver minacciato e non minaccio i magistrati.
    Non posso minacciare i giudici, sono andato in Sicilia nel 1992 dopo la morte di Falcone e Borsellino per salvare i giudici, ho sempre amato i giudici, fatto tutti i favori di questo mondo", ha aggiunto in un altro passaggio, lui che in estate è stato arrestato anche per le minacce al presidente della Corte di primo grado, Francesco Caruso.
    Un'ampia parte delle dichiarazioni è stata dedicata alla sua moglie, che lo ha accusato, Maurizia Bonini. La donna, ha detto l'imputato "mente su tutti i fronti". L'imputato ha ribadito la richiesta di essere messo a confronto con lei: "Facciamo i confronti con la Bonini, era al corrente di alcune cose. Mettete 30 chilometri di paravento, ma sono io che ho paura di lei non il contrario. La conosco molto bene". E ancora: "Mia nipote avrebbe potuto testimoniare la verità sul banco dei testimoni, le è stato vietato dai Bonini"
   

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