Meno ispezioni e obblighi verdi, più aiuti contro gli effetti drammatici del cambiamento climatico. A due mesi dalla proposta sulla futura Politica agricola comune, attesa a luglio, Bruxelles ha aperto il nuovo cantiere di riforma di quella attuale per tagliare anche gli ultimi oneri burocratici rimasti in capo agli agricoltori e garantire maggiore flessibilità ai governi nella gestione dei fondi agricoli, che rappresentano oltre un terzo del bilancio comunitario. Un pacchetto di semplificazione - la cui adozione è prevista per mercoledì - che arriva dopo il ridimensionamento delle norme green della Pac già attuato lo scorso anno dall'esecutivo di Ursula von der Leyen in risposta alle violente proteste dei trattori. L'ulteriore sforbiciata, secondo le stime Ue, porterà a una riduzione del carico amministrativo per gli agricoltori per 1,5 miliardi di euro all'anno.
Nel testo, Bruxelles propone di ampliare la flessibilità per le cosiddette buone condizioni agronomiche e ambientali (in gergo 'Bcaa'), ovvero gli standard di base che gli agricoltori devono rispettare per ricevere i sussidi. Viene poi ripensato per la prima volta il sistema di aiuti per chi è colpito dagli eventi climatici estremi - dalle alluvioni alla siccità -, dando ai governi la possibilità di includere sussidi complementari di crisi sotto forma di un aumento del sostegno diretto al reddito. La Commissione punta poi sui regimi forfettari nazionali per sostenere i piccoli agricoltori e le imprese, proponendo aiuti fino a 50mila euro per favorire lo sviluppo delle piccole aziende agricole e innalzando fino a un massimo di 2.500 euro il tetto per ciascun agricoltore. Tra le altre novità, i Paesi saranno chiamati a notificare soltanto le modifiche "strategiche" ai loro piani agricoli.
"La voce degli agricoltori è stata ascoltata forte e chiara", ha scandito il commissario Ue Christophe Hansen, dalla cornice della Grande Abbaye de la Ramée, nella cittadina belga di Jodoigne, dove si è svolto il Global food forum promosso da Farm Europe. Un'occasione per discutere del rilancio del comparto e in particolare del futuro della Pac. Come anche, seppur a livello informale, dell'ipotesi - che sembra ormai aver preso piede a Palazzo Berlaymont - di accorpare i fondi Pac agli altri programmi nel prossimo bilancio Ue a lungo termine. "E' fondamentale mantenere una netta distinzione tra i fondi di coesione e la politica agricola comune", ha tuttavia subito ammonito il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, accogliendo invece le misure di semplificazione come "un primo passo" per riavvicinare agricoltori e istituzioni. La preoccupazione per il fondo unico si è fatta sentire fino a Roma, dove il presidente di Confagricoltura e della Copa, Massiliano Giansanti, ha annunciato a partire dal 20 maggio l'avvio di "una serie di iniziative a livello Ue per manifestare tutto il disappunto" del comparto "rispetto a questa proposta".
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