Elegantemente collocati in cima ad
una rampa dello scalone monumentale della caserma dei
Carabinieri in piazza del Popolo, di loro non si conosceva né
l'autore né la provenienza: in poco tempo, grazie alla tenacia
degli studiosi, e anche ad alcune fortuite circostanze, si è
scoperto che le due porzioni di affresco costituiscono un
importante tassello della decorazione del Collegio Clementino di
Roma, costruito su progetto di Carlo Fontana, e distrutto nel
1936.
Grazie a uno studio della Soprintendenza Speciale di Roma,
le due sezioni sono state riconosciute essere parte dello stesso
affresco che ornava la cupola della cappella raffigurante la
Madonna in Gloria contornata da santi e angeli completata nel
1695 dal pittore ticinese Ludovico David.
Per i due affreschi comincia ora il lavoro di restauro,
sostenuto da Intesa Sanpaolo grazie al progetto Restituzioni,
che porterà al ricongiungimento delle due porzioni di affresco
che saranno anche visibili al grande pubblico.
"Abbiamo preservato questa opera per decenni - ha dichiarato il
Generale di corpo d'Armata Antonio de Vita, comandante della
Legione Carabinieri Lazio di piazza del Popolo - e una volta
scoperto il suo valore artistico siamo promotori del restauro
insieme alla Soprintendenza, che ringrazio per lo studio e il
progetto dell'intervento conservativo, e Intesa Sanpaolo che lo
sostiene" . Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma,
ringrazia a sua volta la "pregevole memoria visiva del nostro
architetto Alessandro Mascherucci. Di questo affresco, infatti,
non rimanevano che sbiadite immagini in bianco e nero".
E proprio ieri, quando le due porzioni di affresco sono state
staccate per avviare il restauro le evidenze degli studiosi sono
state confermate: dietro uno degli affreschi è comparso un
cartoncino del 1936 che conferma la provenienza dell'opera e
indica che erano "destinate alla sala Corsini, ma per mancanza
di locali portate a palazzo Venezia". Solo una ventina di anni
dopo sono poi state spostate a piazza del Popolo.
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