Le truffe messe in piedi dalla
organizzazione sgominata dalla squadra mobile di Genova erano
riuscite a portare via quasi due milioni tra gioielli e soldi
alle vittime. I colpi, 103, sono stati fatti in Liguria e anche
in altre regioni italiane. Gli investigatori genovesi, insieme
ai colleghi di Napoli, Bari, Benevento, Campobasso, Caserta,
Frosinone, Isernia, Potenza e Salerno e al Reparto Prevenzione
Crimine, stanno seguendo 77 misure cautelari di cui 22 in
carcere e 55 l'applicazione congiunta delle misure cautelari
dell'obbligo di dimora nel comune di Napoli e dell'obbligo di
presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, guidati dal
primo dirigente Carlo Bartelli, la rete criminale operava con la
tecnica del "finto incidente", contattando telefonicamente le
vittime, spesso fingendo di essere appartenenti alle forze
dell'ordine, per ingannarle con falsi allarmi su presunti
incidenti o problemi giudiziari riguardanti i loro familiari. I
telefonisti, senza alcuno scrupolo, convincevano gli anziani,
ormai sfiniti e terrorizzati, a consegnare denaro e oggetti di
valore, facendoli credere necessari per risolvere le situazioni
simulate. Le indagini hanno permesso di accertare che il gruppo
utilizzava telefoni intestati a prestanome, mezzi a noleggio e
basi logistiche diversificate per eludere i controlli.
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