La corte d'appello del tribunale
civile di Genova ha confermato la condanna per il Comune a
risarcire un privato che aveva perso l'auto, parcheggiata
nell'autorimessa di Corte Lambruschini, durante l'alluvione del
9 ottobre 2014 che devastò il centro città e uccise l'e
infermiere Antonio Campanella. La causa civile è stata portata
avanti dall'avvocato Luca Rapetti Castiglione.
Il giudice di appello ha fatto proprie le considerazioni del
collega di primo grado. In pratica il privato va risarcito per
"una negligente e imprudente inerzia da parte del Comune" che
non fece adeguare il parcheggio di Corte Lambruschini, nel
quartiere Foce, nonostante fosse situato in una zona
alluvionabile. Palazzo Tursi, "nella sua qualità di proprietario
e quale concedente dei parcheggi dotato di illimitata facoltà di
verifica e controllo" doveva "attivarsi per la prevenzione del
rischio allagamento, in relazione alla prevedibilità ed
evitabilità dell'evento dannoso". Inoltre, continua il giudice
"i poteri di controllo del Comune sull'attività di parcheggio
ben potevano, in una situazione di criticità della ubicazione
del parcheggio ben nota al Comune stesso, incidere presso il
concessionario sulle modalità di utilizzo del parcheggio". Anche
perché l'evento "non era eccezionale".
"Durante la causa - spiega l'avvocato Rapetti - è emerso che
il condominio è stato costruito senza i sistemi antiallagamento
prescritti per concedere l'agibilità dallo stesso Comune fin dal
1989". Oltre al Comune sono state condannate la società di
parcheggi di Corte Lambruschini e il condominio di Corte
Lambruschini stesso.
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