Biglietti gratis per la Sicilia e la Sardegna a magistrati, forze dell'ordine, alti funzionari delle Prefetture di mezza Italia. Forniti dalla compagnia Tirrenia-Cin.
Sono una quarantina le persone indagate per corruzione in un filone d'indagine nato da quello riguardante i controlli in materia di norme ambientali che la procura di Genova ha disposto sui traghetti della flotta della Compagnia italiana di navigazione. Per questa tranche il pubblico ministero Walter Cotugno ha chiesto due arresti domiciliari e 11 interdittive e ottenuto un sequestro preventivo di tre traghetti, per un valore di oltre 64 milioni. I primi interrogatori dei 13 inizieranno mercoledì davanti al giudice per le indagini preliminari Silvia Carpanini che deciderà se accogliere le richieste di misure cautelari dopo avere ascoltato gli indagati, come previsto dalla legge Nordio.
Al nuovo filone di inchiesta che vede indagati magistrati, forze dell'ordine e alti funzionari delle prefetture si è dunque arrivati partendo dall'indagine sulla frode in pubbliche forniture. Gli investigatori della Guardia di Finanza hanno ricavato una lista di nomi di persone che hanno viaggiato senza pagare su varie tratte per la Sardegna e la Sicilia tramite l'omaggio di biglietti o carte "gold" che permettono di usufruire dei servizi a bordo (ristorante, bar e altro) gratis.
Per i funzionari pubblici e i magistrati è scattata subito la contestazione di corruzione, anche se al momento non ci sarebbero stati accertamenti sugli eventuali favori che la compagnia Cin avrebbe ricevuto da loro. Da Genova sono stati trasmessi gli atti, per competenza, a Torino per almeno due magistrati liguri. Questo filone di inchiesta si profila complesso e delicato proprio perché bisognerà dimostrare che a quei viaggi gratis sia corrisposto un, quantomeno, interessamento a qualche pratica o vicenda giudiziaria dall'altra parte.
Intanto da mercoledì partiranno gli interrogatori nel primo filone d'indagine, che vede coinvolti ammiragli e funzionari di varie Capitanerie di porto e dirigenti della Tirrenia-Cin. Le accuse, a vario titolo, sono di frode, falso e corruzione. Ai militari delle Capitanerie vengono contestati 87 biglietti gratuiti o scontati, per un valore di circa 20 mila euro. Per questo filone sono indagati (ma non sono state chieste misure) Gianfranco Annunziata, contrammiraglio ed ex capo ufficio addetto alla politica militare nel gabinetto del ministro della Difesa; l'ammiraglio Pier Federico Bisconti, ora in pensione ma fino a poco tempo fa vicesegretario generale della Difesa ed ex vicedirettore nazionale degli armamenti; l'ammiraglio Filippo Giovanni Maria Marini, attuale comandante della Capitaneria di porto di Venezia. E poi gli ufficiali Enrico Lisiola, Fabio Vuolo della capitaneria di Civitavecchia; Edoardo Volo, Aldo Tragiani, Emanuele Bonafede, Pier Federico Landi e Beatrice Lavorenti. Risulta indagato anche Achille Onorato, ad della Moby e figlio dell'armatore Vincenzo Onorato (non indagato).
L'indagine era nata nel 2023 da un'ipotesi di frode nelle pubbliche forniture in relazione a parte dei fondi che Cin ha ottenuto dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per garantire la continuità territoriale con i propri traghetti sulla linea Genova-Porto Torres. Secondo l'impianto accusatorio, le navi della società erano prive dei requisiti fissati dalla normativa internazionale in materia ambientale: alcuni componenti dei motori principali e dei diesel generatori di corrente sarebbero stati manomessi o sostituiti con pezzi di ricambio non originali e, quindi, non conformi alle norme, che sarebbero state aggirate con attestazioni fasulle riportate sui registri o attraverso la contraffazione dei segni di autenticazione di competenza delle autorità pubbliche.
Le richieste di misure, aveva commentato il legale della compagnia Pasquale Pantano, "arrivano a valle di un'indagine avviata da più di un anno, nel corso del quale la compagnia si è rapportata agli organi inquirenti in termini di indiscutibile trasparenza e massima collaborazione". La compagnia inoltre, aveva aggiunto, "ha affrontato spese rilevantissime per assecondare tutti i dubbi e le contestazioni formulate dalla procura, pur non condividendoli".
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