Stop ai licenziamenti illegittimi,
più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole
imprese, riduzione del lavoro precario, sicurezza sul lavoro,
diritti di cittadinanza. Sono questi i temi dei 5 referendum ai
quali, l'8 e 9 giugno in Liguria saranno chiamati al voto
1.305.118 elettori. Per sensibilizzare l'opinione pubblica ai
temi referendari a oggi sono state effettuate 300 assemblee
territoriali e sui luoghi di lavoro che hanno coinvolto oltre 30
mila tra lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati,
portate avanti da oltre 250 Comitati territoriali, comunali,
intercomunali, di quartiere. A fare sintesi del lavoro sul
territorio è il Comitato ligure per i sì ai referendum che è
stato presentato a Genova.
"Esistono solo due modi per fare 'rivolta' spiega il
segretario della Cgil Ligure Maurizio Calà - nelle urne e nelle
piazze, così come era negli anni passati quando abbiamo
conquistato i diritti sul lavoro, la sanità, la scuola. Bisogna
tornare a riempire le piazze e le urne perché quella è l'unica
partecipazione democratica che può riportare al centro la
maggioranza degli italiani che sono lavoratori". Nel corso della
conferenza stampa sono state presentate anche le situazioni
sulle quali questi referendum andranno a influire, e i dati sono
preoccupanti. "I primi due referendum si riferiscono ai
licenziamenti, quelli che sono fatti per ritorsione, per ragioni
politiche, perché si protesta, perché si vuole i diritti -
ricorda Calà - e che, per tutti gli assunti dopo il 2015, e per
le aziende con meno di 15 dipendenti, non prevedono più
l'articolo 18, e non possono più essere reintegrati. La seconda
questione, gravissima riguarda la sicurezza sul lavoro: in
Liguria ci sono 5 morti e circa 2681 infortuni nell'arco dei
primi due mesi del 2025. C'è poi il referendum sulla precarietà,
e ricordiamo che sono di più i giovani che vanno via dalla
Liguria di quelli che rimangono, su 30.000 liguri che negli
ultimi 10 anni hanno deciso di andarsene via, 17.000 erano
giovani dai 18 ai 39 anni e questo è dovuto al fatto che c'è
molta precarietà. Tema che si connette con il referendum sulla
cittadinanza, che non parla di clandestini ma di gente che paga
le tasse in Italia, che lavora, che ha una casa, che ha una
residenza. In questa regione in 10 anni abbiamo perso circa
82.000 abitanti, come La Spezia, ma se a queste sommiamo le
117.000 persone straniere e italiane, che sono venute a lavorare
in Liguriame poi andate via avremmo perso qualcosa come 200.000
abitanti in Liguria. Sará il caso che ci facciamo due conti
perché non c'è un problema solo di umanità o di solidarietà, c'è
un problema oggettivo per il futuro della Liguria".
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