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Omicidio Nada Cella, in aula gli audio delle minacce di Cecere

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Omicidio Nada Cella, in aula gli audio delle minacce di Cecere

Sul banco testimoni la criminologa che ha fatto riaprire il caso

GENOVA, 08 maggio 2025, 20:18

di Laura Nicastro

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Un 'immagine dell 'aula dove si è svolto, in questi mesi, il processo per l 'omicidio di Nada Cella - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un 'immagine dell 'aula dove si è svolto, in questi mesi, il processo per l 'omicidio di Nada Cella - RIPRODUZIONE RISERVATA

La voce rimbomba dentro l'aula magna del tribunale di Genova: "Adesso parli, parli perché sei complice come lui dell'omicidio di Nada Cella. Parli perché mi hai cercata". Gli audio di minacce, insulti e accuse, sono quelli che Annalucia Cecere, l'ex insegnante a processo per l'omicidio della giovane segretaria, ha mandato alla criminologa Antonella Delfino Pesce. Quest'ultima è stata sentita in aula come testimone. Fu lei, tra il 2017 e il 2020, a studiare i vecchi fascicoli dell'omicidio e a collegare una serie di indizi sottovalutati nel 1996 fino ad arrivare alla sospettata a processo oggi. In quei messaggi, quasi 200 tra telefonate, vocali ed sms in due giorni, Cecere insulta Delfino Pesce e arriva anche a minacciarla.

"Rispondi... Marco chi? Marco chi? rispondi... ma quanto sei bugiarda e falsa... perché sei venuta qui ad assicurarti che avessi solo un cane? No, non ho solo un cane ne ho anche un altro che se ti ripresenti qua ti spappola viva se ti ripresenti - un altro audio -. Hai paura eh? Adesso sono qua non ti preoccupare".

L'ex insegnante "mi chiamò anche una notte, all'una. Mi disse che sapeva dove vivevo e che l'indomani sarebbe stata davanti al mio cancello. Ho avuto paura tanto che ho fatto installare delle telecamere. Quando, a un certo punto, mi chiese se fossi andata da lei per Nada Cella e le risposi di sì, la smise di mandarmi messaggi e vocali". A processo c'è anche Marco Soracco, il commercialista da cui lavorava Nada. E' accusato di favoreggiamento: secondo la pm Gabriella Dotto ha sempre saputo che a uccidere era stata Cecere in un raptus di gelosia. E' invece uscita dal processo l'anziana madre del professionista, Marisa Bacchioni.

La criminologa, che nel 2017 aveva iniziato un master e si era appassionata al caso mentre faceva la tesi, ha ripercorso tutti i passaggi e gli incontri avuti anche con Marco Soracco, il commercialista datore di lavoro di Nada. "All'inizio eravamo diventati anche amici - ha detto Delfino Pesce - e mi aiutò con il mio lavoro. Poi quando venne riaperta l'inchiesta nel 2021 i nostri rapporti si raffreddarono. Litigammo in macchina perché secondo me era impossibile che non sapesse qualcosa. Mi disse "forse ho rimosso" e poi che Cecere poteva essere pazza e pericolosa. Alla madre, alla fine chiesi una cosa: come mai non mi avete mai detto che avevate imposto a Nada di non passare le telefonate di Cecere a Marco? Non mi rispose e cambiò discorso".

Delfino Pesce scovò nel 2020, tra le carte delle vecchie indagini, anche il verbale del ritrovamento dei bottoni (compatibili con quello rinvenuto sotto il corpo di Nada) in casa della Cecere. In udienza sono stati sentiti anche due uomini che erano usciti nel 1996 con Cecere. E che l'hanno descritta come una donna che voleva "sistemarsi".

"Le avevo detto che la potevo ospitare a Cuneo dove vivevo - ha spiegato Ermanno Favata - visto che voleva prendere l'ultimo anno delle magistrali. Un giorno, mentre operavo, venne in ospedale e le feci dare le chiavi di casa. Al mio rientro la trovai che aveva sistemato tutte le sue cose: lo spazzolino, le ciabattine. Mi sono sentito preso in contropiede. Dopo due mesi, capii quali erano le sue intenzioni e le dissi di cercare un'altra sistemazione".    

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