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Card. Bagnasco, Leone XIV sa parlare all'uomo di oggi

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Card. Bagnasco, Leone XIV sa parlare all'uomo di oggi

Intervista dell'ex presidente Cei a Primocanale

GENOVA, 09 maggio 2025, 11:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Ho avuto l'occasione di incontrarlo diverse volte, è una persona serena e questo è importante, ha subito mostrato un suo stile e un profondo orientamento a Dio augurando la pace di Cristo rassicurando tutta la Chiesa, sa parlare al cuore dell'uomo moderno ed è molto importante in questo momento storico". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco arcivescovo emerito di Genova, già presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) in una lunga intervista all'emittente televisiva ligure Primocanale.
    Ieri "eravamo lì, in parecchi cardinali in mezzo a questa folla enorme che aspettava con ansia ed era gioiosa per il nuovo Papa, è stata una sorpresa il suo nome perché ci ricorda il Papa della 'Rerum Novarum', la prima grande enciclica sociale. Ho avuto occasione di incontrarlo diverse volte quando era prefetto della congregazione per i Vescovi e non era da molti anni a Roma". Quando ha affermato "'non avere paura' - prosegue Bagnasco - ricorda chiaramente san Giovanni Paolo II e non è una ripetizione così formale ma è proprio una lettura del cuore dell'uomo moderno che seppur a distanza di molti anni da quel messaggio non ha cessato, anzi accresce, ha accresciuto in sé tante paure, paure che derivano non solo dalle circostanze esterne che tutti conosciamo, guerre, violenze, ingiustizie, cronaca che dovrebbe preoccupare molto di più la società intera, ma paure che nascono da una insicurezza, da un vuoto spirituale, dalla mancanza di un punto di riferimento solido che non è umano perché gli uomini sono tutti fragili anche se necessari gli uni agli altri, quindi questa esaltazione di non avere paura è molto, molto pertinente e centrata, non è un formalismo così come la parola speranza che lui stesso poi ovviamente ha pronunciato e ha agganciato a questa visione". Una mancanza di speranza "che deriva innanzitutto da una mancanza interiore che poi certo si riflette nelle situazioni esterne".
   

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