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Illeciti finanziari e usura, sequestrati 2,7 milioni a Como

Illeciti finanziari e usura, sequestrati 2,7 milioni a Como

Indagine congiunta Dia e Gdf di Como, individuati 12 immobili

MILANO, 19 marzo 2025, 11:00

Redazione ANSA

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Dodici immobili ubicati a Como e provincia, oltre svariati rapporti finanziari per un valore complessivo di oltre 2,7 milioni di euro sono stati sequestrati in un'indagine congiunta della Dia di Milano e della Gdf di Como.
    Nel provvedimento, emesso dal Tribunale di Milano si ritiene che siano nella disponibilità diretta o indiretta di un soggetto condannato ben quattro volte in via definitiva in altrettanti procedimenti penali per usura e abusiva attività finanziaria.
    Secondo le indagini esiste "una condizione di sproporzione - hanno precisato la Dia e la Gdf - tra i redditi ufficialmente dichiarati dal proposto e dal suo nucleo familiare e i numerosi investimenti immobiliari effettuati nel tempo (con conseguente presunzione della provenienza illecita delle risorse utilizzate)". Gli approfondimenti compiuti hanno permesso anche "di accertare che alcune abitazioni sarebbero state ottenute quale contropartita per la mancata restituzione delle somme concesse ad usura" con prestiti con un tasso di interesse fino anche all'80%. Chi non riusciva a onorarlo veniva obbligato a cedere attraverso delle vendite simulate immobili preventivamente ipotecati a favore dell'usuraio. 
   

L'uomo sottoposto alla misura, G. P. di 79 anni, un pluripregiudicato con diverse condanne definitive per reati finanziari, aveva 13 appartamenti sparsi tra Como, Luisago, Cadorago, Inverigo e in Val d'Intelvi. Il provvedimento è collegato all'operazione "Chi vuole essere milionario", condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Como del novembre del 2020. Gli approfondimenti odierni, eseguiti nei confronti dell'uomo e della sua famiglia dalla fine degli anni '80 ad oggi, hanno riguardato ogni investimento immobiliare e le movimentazioni finanziarie, dimostrando come l'attuale ingente patrimonio sia stato progressivamente accumulato grazie al reimpiego dei proventi illeciti. "Grazie al Codice antimafia - ha spiegato il Tenente Colonnello Michele Rucci, comandante del Nucleo di polizia economico finanziaria Como - questo tipo di analisi patrimoniale permette di andare oltre l'arco temporale delle singole indagini, e di ricostruire e quindi aggredire il patrimonio illecito costituito negli anni valutandone la compatibilità con il reddito dei soggetti coinvolti".

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