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- RIPRODUZIONE RISERVATA
Applausi a scena aperta e anche
alla fine dello spettacolo con tanto di bis finale cantato
insieme al pubblico per Raffa in the Sky, l'opera lirica
dedicata a Raffaella Carrà che ha debuttato ieri sera al teatro
Donizetti di Bergamo.
L'obiettivo dichiarato dello spettacolo (fin dal soggetto)
era quello di allargare il pubblico del melodramma e unire i
registri basso e alto, popolare ed erudito. Così il compositore
Lamberto Curtoni ha trasformato 'Tanti auguri' una delle sue
maggiori hit, nel finale un quintetto con riferimenti a Bach e
Rossini, in un gioco di rimandi che ha pervaso tutto lo
spettacolo: dal Lago dei Cigni a Furore, senza dimenticare
l'irrinunciabile Tuca Tuca, tutti inglobati nel libretto di
Renata Ciaravino e Alberto Mattioli.
La commistione di generi (musical e opera) è già nelle voci
- Chiara Dello Iacovo che interpreta Raffaella non ha una
formazione lirica a differenza del resto del cast -, ma anche
nell'orchestra diretta da Carlo Boccadoro formata da elementi
della Orchestra Donizetti opera e Sentieri selvaggi, con
fisarmonica e clavicembalo.
In un incrocio fra la fantascienza (con look più simili a
quello dei Rockets che a Guerre stellari) e l'opera barocca
l'idea di Francesco Micheli, il direttore del Donizetti Opera
Festival che ha pensato lo spettacolo e ne ha curato la regia, è
stata quella di rendere Raffaella una creatura del pianeta
dell'arte Arkadia, che scende sulla terra e durante la sua
carriera, attraverso i suoi spettacoli e le sue canzoni,
accompagna i cambiamenti della società e aiuta Vito ((Haris
Andrianos) e Carmela (Carmela Remigio) ad affrontarli:
emancipazione femminile, crisi di coppia, la sessualità del
figlio Luca (titolo dell'omonima canzone, qui interpretato da
Gaia Petrone). Una agiografia di Raffaella senza sfumature e una
dichiarata critica allo snobismo culturale grottesco degli
'Arkadiani perché "l'arte non serve a niente se ne gode poca
gente" come recita il libretto.
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