"Gli investimenti promessi dalla Beko devono essere reali, visibili e rapidi. Sindacati e lavoratori hanno già fatto la loro parte, ora tocca alla politica vigilare e garantire che l'accordo sindacale non resti solo sulla carta". Da Comunanza, Matteo Ricci, europarlamentare PD e candidato alla presidenza della Regione Marche, mette al centro la crisi industriale dell'entroterra nella penultima tappa del suo tour 'Ricucire le Marche'. Dopo le tappe a Cantiano, Fabriano e Camerino, Ricci è arrivato a Comunanza in bicicletta, dove ad attenderlo c'erano oltre 150 persone, tra cui l'onorevole Augusto Curti.
"Il mio contributo sulla vicenda Beko l'ho dato anche a Istanbul, con Dario Nardella, parlando direttamente con la famiglia proprietaria. A Fabriano le cose sono andate peggio, qui meglio, ma nessuno può permettersi di abbassare la guardia. Parliamo di centinaia di posti di lavoro, di un indotto fatto di microimprese che tengono in piedi questi territori".
Sulla ricostruzione post-sisma ricorda che "se oggi abbiamo cantieri attivi è grazie all'ex commissario Giovanni Legnini. Ha portato 14 miliardi e sbloccato un meccanismo bloccato per anni.
Incontrerò proprio Legnini ad Arquata del Tronto, il Comune più colpito. E sono passato anche a Camerino, dove la ricostruzione è ferma. I ritardi lì sono inaccettabili".
"Bisogna invertire la tendenza con misure strutturali e applicabili da subito - rilancia Ricci -. Abbiamo presentato quattro proposte semplici per le aree interne: 30mila euro a fondo perduto per giovani coppie che vogliono comprare o affittare casa; trasporto pubblico gratuito per studenti e lavoratori; nidi gratis; più fondi per le scuole con pluriclassi. Sono misure già in vigore in altre regioni, e funzionano. Non sono invenzioni, sono buone pratiche che possiamo replicare".
"Le risorse si trovano. Il primo passo sarà chiudere strutture inutili e costose come l'Atim, che rappresentano spreco di soldi senza alcun impatto reale. È tempo di scegliere dove mettere le priorità". Ricci punta anche il dito contro la gestione sanitaria della giunta uscente. "La sanità è peggiorata in tutto: liste d'attesa aumentate, mobilità passiva in crescita. Le Marche pagano 34 milioni all'anno per curare i propri cittadini fuori regione - ribadisce-. Un marchigiano su dieci ha rinunciato a curarsi e questo è il dato più allarmante" E sul confronto politico aggiunge: "Sono cinque anni che danno la colpa a chi c'era prima. È legittimo farlo il primo anno, il secondo… ma se alla fine del mandato, dopo cinque anni che governi, le cose vanno peggio, le responsabilità sono le tue.
Continuare a scaricare le colpe sul passato non è più credibile". Oggi ultima tappa ad Arquata del Tronto.
Per le Marche Ricci non ha dubbi "Non bastano gli slogan. Servono scelte nette. E soprattutto serve restituire alle Marche un progetto credibile per i prossimi cinque anni, che possa rendere grande la nostra regione".
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