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Post sisma 2016, zero morti nel cantiere più grande d'Europa

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Post sisma 2016, zero morti nel cantiere più grande d'Europa

A Macerata convegno Feneal Uil sulla ricostruzione

ANCONA, 09 maggio 2025, 18:17

Redazione ANSA

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"In questo cratere non ci sono stati infortuni gravi o morti eppure questa piaga, il cui conto si aggiorna praticamente ogni giorno si può combattere solo se si ragiona tutti insieme e grazie ad efficaci novità come il badge di cantiere e la congruità sisma". La riflessione sui cantieri di ricostruzione post sisma 2016, il cantiere più grande d'Europa, è del segretario generale della Feneal Uil Vito Panzarella nel convegno organizzato dal sindacato e dal Comune di Macerata nel teatro Lauro Rossi, dal titolo "Quale Ricostruzione? Il ruolo strategico del settore delle costruzioni nello sviluppo socioeconomico dell'area del cratere". Tra i temi dell'appuntamento: la sicurezza nei cantieri, la formazione per lavoratori e imprese, la condivisione di strategie tra le istituzioni coinvolte, il contrasto all'insinuazione dei territori di fenomeni illegali e il cratere del sisma 2016 come "laboratorio le cui buone pratiche siano mutuate poi per tutto il comparto edile".
    "Queste buone pratiche introdotte nel cratere del sisma 2016 - ha aggiunto Panzarella - possono essere esportate anche al resto del comparto edile e l'appello alle istituzioni è di non disperdere questo patrimonio di esperienza così da chiudere con le morti bianche ed i lavoratori fantasma". Sono intervenuti, tra gli altri il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e il commissario per la ricostruzione Guido Castelli.
    "Sembrano ancora tanto vicini quei momenti in cui la terra tremò a più riprese da spaccarne la superficie per 2 km e a mietere 299 vittime - ha detto nell'introduzione Christian Fioretti, segretario regionale di FenealUil Marche - eppure, sono passati quasi nove anni nei quali il cantiere più grande d'Europa per oltre 28 miliardi di euro dopo troppi tentennamenti e false partenze è finalmente partito; occorre ricostruire non solo le case e le strade ma l'identità del territorio che si è perso con l'inevitabile spopolamento".
    "I numeri evidenziano che il cratere del sisma 2016 è grande circa 8mila Kmq in quattro regioni, più dell'Olanda. - è stato ricordato Comprende 140 comuni, 87 dei quali sono marchigiani.
    Per quanto concerne le opere pubbliche sono attivi 3.537 interventi per 4,2 miliardi di euro di valore complessivo. Oltre la metà degli interventi (1.856) sono nelle Marche per 2,23 miliardi di valore. Degli oltre 11mila sfollati quasi 7mila erano marchigiani ai quali sono state destinate 1.483 Sae. Per quanto riguarda la ricostruzione privata, nel cratere sono stati liquidati contributi per 5,5 miliardi, dei quali 3,5 nelle Marche; oltre 20mila progetti di ricostruzione sono stati presentati complessivamente con 8mila cantieri in corso e 12,2 completati".
    Tra gli aspetti condivisi "la certezza che oltre a case e infrastrutture ci sia bisogno di creare lavoro e di servizi nell'entroterra per far sì che i giovani possano tornare ad avviare i loro progetti di vita". E' stato ricordata la figura del compianto sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci che, sollecitato da un noto imprenditore marchigiano su cosa potesse dare al suo comune per aiutarlo a ripartire dopo il sisma, chiese senza tentennamenti una fabbrica e quindi il lavoro per i suoi concittadini. All'evento sono intervenuti i segretari regionali della Feneal Uil di Umbria (Alessio Panfili), Abruzzo (Louis Panza) e, per il Lazio, il segretario di Rieti Francesco Palese, che hanno contribuito con la fotografia della ricostruzione nel loro territorio, a condividere un percorso comune alle 4 regioni colpite. Il dibattito oggetto della tavola rotonda moderato da Claudia Mazzucchelli, segretario generale Uil Marche, ha posto l'accento "sul ruolo delle Costruzioni nello sviluppo socioeconomico, sostenuto anche dal lavoro fondamentale della bilateralità in un settore che in Italia è molto frammentato e messo in difficoltà dal bonus 110% portando all'aumento incontrollato dei prezzi delle materie prime e alla mancanza di manodopera e di imprese locali".
   

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