Una serata dedicata a Fellini e
Lynch, tra atmosfere oniriche tra Amarcord e Twin Peaks e, nel
pomeriggio, riflessioni sulla tecnica col fenomeno delle virtual
influencer e il ritorno ai totem tecnologici della
contemporaneità. Secondo tutto esaurito al Teatro delle muse
Ancona per Popsophia, festival della filosofia pop.
È stato un viaggio attraverso le nebbie del sogno, tra
immaginazione e realtà: uno spettacolo elegante, intenso,
intimo, dedicato all'universo onirico e ai suoi più visionari
interpreti: Federico Fellini e David Lynch. L'immaginazione come
sintomo e come verità: "Non è reale, ma è vero, non è vero, ma
è reale", come ha introdotto la direttrice artistica Lucrezia
Ercoli che assieme al filosofo Gennaro Carillo ha guidato il
pubblico del Massimo Dorico in un'atmosfera onirica, fra i sogni
di Federico Fellini e gli incubi di David Lynch con accostamenti
anche al cinema di Luis Buñuel e Paolo Sorrentino: "hanno in
comune la fortuna rara di essere diventati un aggettivo - ha
osservato Carillo - Anche chi ha una conoscenza minima di
Fellini sa cosa è felliniano. È difficile spiegarlo, ma sappiamo
che cos'è. E tutti hanno una peculiare idea della realtà. Usano
il cinema come dispositivo per forare la realtà e guardare oltre
e al di sotto di essa".
La band Factory ha eseguito dal vivo le colonne sonore di
Nino Rota per 8 e ½ e Amarcord, quella di Angelo Badalamenti per
Twin Peaks e quell' incipit a due note entrato nella storia del
perturbante nel cinema e poi quella del film "Parthenope". E poi
un omaggio in voce e in coreografia della cantante della Factory
Ludovica Gasparri ai clown di Fellini. Ad accompagnare lo
spettacolo le coreografie di Letizia Francioni della compagnia
Ead Company concept.
Nel pomeriggio invece si è parlato di tecnologia con Vincenzo
Valentino Susca e la sua "Tecnomagia", ovvero del ritorno alla
dimensione totemica degli oggetti tecnologici di oggi che usiamo
ogni giorno, dal cellulare ai social, ma che al contempo
vampirizzano il nostro tempo. Susca teorizza la fine di un
umanesimo che ha al centro l'uomo che ha perso l'autonomia
conquistata con l'illuminismo per un ritorno alla dipendenza da
riti e totem.
A dare un ulteriore impulso alla riflessione anche Davide
Sisto che ha presentato LilMiquela e Francesca Giubelli, virtual
influencer, ovvero figure che esistono solo sui social, "robot"
senza neanche un corpo fisico di acciaio, ma che non per questo
sono meno reali.
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