A Belgrado è ripreso stamane in
parlamento il dibattito sulla relazione programmatica illustrata
ieri in aula dal premier incaricato Djuro Macut. Come già
avvenuto ieri, sono assenti i rappresentanti dell'opposizione
radicale, fermi nella richiesta di un governo transitorio
incaricato soltanto di portare il Paese a nuove elezioni.
Nel suo intervento di ieri Macut, figura indipendente,
professore universitario alla facoltà di medicina di Belgrado e
specialista in endocrinologia, ha lanciato un appello ad avviare
al più presto un dialogo con il movimento di protesta degli
studenti, e con le forze che li appoggiano, per porre fine a una
situazione di crisi sociale che va avanti da mesi e che sta
diventando insostenibile per il generale sistema d'istruzione,
le implicazioni economiche e di crescita e per la vita
quotidiana dei cittadini, fortemente condizionata dallo
stillicidio di manifestazioni e blocchi di ogni tipo. Secondo
gli osservatori è possibile che in giornata il dibattito si
concluda e si passi al voto di fiducia al nuovo esecutivo, che
appare del tutto scontata vista la larga maggioranza
parlamentare di cui dispone la coalizione al potere in Serbia,
costituita dal Partito del progresso serbo (Sns, conservatore)
del presidente Vucic, dal Partito socialista (Sps) del ministro
dell'interno Ivica Dacic e da altre piccole formazioni alleate.
Il termine ultimo previsto dalla legge per l'insediamento del
nuovo governo (a 30 giorni dalla constatazione in parlamento
delle dimissioni del precedente esecutivo) è il 18 aprile. In
caso contrario si andrebbe a nuove elezioni a inizio giugno.
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