"Lascio il Pd con effetto
immediato, una telefonata non può essere scambiata per
complicità e non può diventare la leva con cui far precipitare
la mia reputazione nella palude della cattiva politica": così
l'ex parlamentare Mimmo Lucà, oggi nella sede del Pd di Torino.
"Si è parlato - ha detto Lucà - di collusione, contiguità,
scambio di favori con la 'ndrangheta. Un frullatore alimentato
dai social per fomentare il discredito della politica e
diffondere il luogo comune che in politica sono tutti uguali,
ovvero disonesti. Ma chi conosce la mia storia sa bene che sono
una persona perbene".
L'addio al Pd di Lucà arriva dopo la requisitoria al processo
d'appello Minotauro del procuratore del Piemonte, Francesco
Saluzzo, che ha usato l'espressione "ala deviata del Pd" per
parlare dei rapporti fra un paio di esponenti torinesi del
partito e un boss della 'ndrangheta, Salvatore De Masi.
Le dimissioni, ha chiarito Lucà, non sono in polemica né con
il Pd né con la magistratura.
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