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Il parco del Castello di Moncalieri apre al pubblico

Il parco del Castello di Moncalieri apre al pubblico

E' la prima volta nella storia

TORINO, 14 aprile 2025, 16:16

Redazione ANSA

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Dopo un anno e mezzo di lavori e l'investimento di 2 milioni e mezzo di euro, è stato aperto al pubblico per la prima volta nella storia il parco del Castello di Moncalieri. Così quasi dieci ettari di verde sul versante meglio esposto della collina torinese, da secoli inaccessibili, tornano a essere fruibili. Il risultato è il frutto di cinque anni di lavoro dell'amministrazione comunale, che è riuscita a superare tutti gli ostacoli burocratici legati alla proprietà del parco, alla fine trasferita dal Demanio alla Città di Moncalieri. Le risorse sono arrivate per 2 milioni dal Pnrr, per il resto da risorse comunali e della Compagnia di San Paolo.
    Dopo la fine della monarchia, la residenza sabauda era passata infatti al Ministero della Difesa, che vi aveva installato una caserma dei carabinieri, ancora presente. Il parco era stato abbandonato e una parte era stata usata per costruirvi un poligono di tiro, anche questo tuttora in uso. Il Comune si era poi attivato per il passaggio al Demanio, in vista della successiva cessione all'amministrazione cittadina.
    La maggiore difficoltà è stata convincere ministero della Difesa e Demanio a far convivere uso militare e uso civile. La caserma è stata recintata e messa in sicurezza con telecamere, e il Comune ha aperto un nuovo cancello di accesso al parco che la bypassa. A sinistra dell'ingresso c'è il poligono, a destra natura incontaminata racchiusa dagli alti muraglioni costruiti nel Seicento per volontà della reggente Cristina di Francia, figlia del re di Francia Enrico IV.
    Nel corso della storia il parco ha attraversato diverse fasi di trasformazione. L'impianto classico di giardino alla francese, al quale lavorò anche Amedeo di Castellamonte, è oggi quasi perduto e ospita il cortile della caserma. A metà Settecento iniziò la scalata della collina con la costruzione di un primo gradone, chiuso da un ninfeo. A metà Ottocento i fratelli Roda, architetti dei giardini reali, iniziarono l'ampliamento e impostarono il parco secondo gli allora moderni canoni del giardino paesaggistico inglese. Furono messe a dimora ventimila piante di 97 specie arboree, soprattutto autoctone. Si realizzeranno un laghetto, alcune radure, una spianata per il tiro al piccione e la Torre del Roccolo, usata per la caccia.
    Oggi è stato contenuto lo stato selvatico, si sono restaurati Torre del Roccolo, il Ninfeo, la Casa del Vignolante, ripristinati la sentieristica e il laghetto artificiale costruito per attrarre gli uccelli.
    "L'idea - spiega l'assessore ai Lavori Pubblici Angelo Ferrero - è trasformare la Casa del Vignolante in foresteria e attività ristorativa, non appena troveremo un gestore che possa prendersene cura".
    Il parco, battezzato 'Bosco del Re', è aperto dal venerdì alla domenica dalle 8 alle 20, in attesa che vada a compimento la gara per la sua gestione. Vi si può accedere da due ingressi: il principale su Viale Rimembranza, oppure più alto da strada Santa Brigida 3.
   

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