"Quest'anno è difficile celebrare il Primo Maggio senza considerare quello che sta accadendo nel mondo: stiamo assistendo all'innalzamento di tante nuove barriere fra i popoli, tanti muri e steccati che avevamo sperato di non vedere più. È la sfida economica dei dazi commerciali, ma è anche il respingimento degli stranieri alle frontiere, la recrudescenza delle deportazioni, il ritorno alle armi per difendere i confini. Si costruiscono barriere 'contro' anziché gettare ponti per vivere 'insieme'". Lo scrive il cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, in un messaggio per il 1 maggio ai lavoratori e agli imprenditori e alle famiglie. "In questi giorni di dolore per la morte del Papa Francesco bisognerebbe ricordare con onestà questa sua denuncia fondamentale. Come Francesco, anch'io credo che innalzando barriere l'umanità non potrà mai compiere passi avanti. Per questa ragione - prosegue Repole - anche nella Festa del Lavoro, che la Chiesa accompagna con la memoria di San Giuseppe Artigiano - vorrei che tutti riflettessimo soprattutto sulla parola 'insieme'. Stiamo imparando sulla nostra pelle che la logica delle barriere - che porta per esempio all'imposizione di tasse folli sulle esportazioni - può compromettere da un giorno all'altro l'esistenza del nostro lavoro, la tenuta dei redditi e dell'occupazione, la vita delle famiglie".
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