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A Taranto targa in memoria capitano carabinieri vittima di mafia

A Taranto targa in memoria capitano carabinieri vittima di mafia

Cerimonia nell'istituto dove studiò l'ufficiale Emanuele Basile

TARANTO, 21 marzo 2025, 15:26

Redazione ANSA

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"Far conoscere alle nuove generazioni figure come Emanuele, che fu tra la gente e con la gente, è il modo migliore per prevenire e contrastare chi soffoca e vanifica la speranza di una società più giusta e più onesta". Così il professor Vincenzo Basile, fratello del capitano dei carabinieri Emanuele Basile, tarantino, ucciso dalla mafia a Monreale, in provincia di Palermo, il 4 maggio del 1980, durante la cerimonia di scopertura della targa in memoria del militare, insignito della Medaglia d'oro al Valor Civile, che si è svolta nel liceo Battaglini di Taranto.
    Presenti anche Titti Basile, sorella del capitano, la prefetta Paola Dessì, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Antonio Marinucci, il sub-commissario del Comune Maria Luisa Ruocco.
    La notte fra il 3 e il 4 maggio di 45 anni fa, dopo aver assistito alla festa di paese a Monreale, mentre rientrava in caserma reggendo in braccio la figlia di soli 4 anni e con accanto la moglie, Emanuele Basile fu raggiunto alle spalle da alcuni colpi di pistola esplosi da un commando armato.
    Il capitano era stato un fedele collaboratore del giudice Paolo Borsellino, a cui aveva consegnato prima di essere trasferito i faldoni che interessavano le più sanguinose e potenti cosche mafiose. "Il sacrificio di Emanuele - ha osservato Vincenzo Basile - ha consentito alle nuove generazioni di riconoscere come negativo il fenomeno mafioso. La lotta alla mafia rappresenta la porzione più sofferente della storia che ci appartiene. Emanuele operò per l'affermazione dello Stato e per dare credibilità alle istituzioni".
   

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