"È stata una carezza della
Provvidenza". Così, all'ANSA, don Claudio Gorgoglione parroco
della chiesa del Buon pastore di Barletta, racconta l'emozione
provata nello stringere le mani di papa Leone XIV incontrato nel
pomeriggio di oggi nella basilica di Santa Maria Maggiore a
Roma. Il sacerdote di Barletta era lì "assieme al gruppo di
14enni che ad ottobre riceverà la cresima e che qui partecipa al
giubileo dei cresimandi", racconta mentre in metro non perde
d'occhio i suoi 25 ragazzi. L'incontro con Prevost è stato
casuale. "Abbiamo visitato prima la basilica di San Giovanni in
Laterano per la sosta eucaristica e subito dopo avremmo dovuto
raggiungere Santa Maria Maggiore ma ho proposto un passaggio al
Colosseo: una deviazione provvidenziale", riferisce con la voce
che esprime una gioiosa emozione. "Appena siamo entrati abbiamo
notato che qualcosa di strano stava per accadere: tutto è stato
chiuso, c'era agitazione. Una signora ha detto che avremmo
ricevuto una sorpresa. Poco dopo abbiamo sentito delle urla e ho
subito esclamato 'È il Papa'. Non si è capito più nulla: c'era
chi urlava, chi applaudiva - continua don Claudio - io e i miei
ragazzi siamo rimasti fermi vicino all'altare. Leone XIV ha
prima raggiunto il Santissimo, poi la Salus Populi e infine la
tomba di papa Francesco. È tornato verso l'altare e ci ha
guardato. Abbiamo avuto solo la forza di dire che eravamo di una
parrocchia di Barletta". È stato allora che Prevost ha rivolto
al gruppo poche parole. 'Una benedizione particolare per voi e
per la città di Barletta', ci ha detto e noi abbiamo risposto
con un 'Le vogliamo bene'. E basta". "È stato bellissimo e anche
i ragazzi sono stati entusiasti: c'era chi piangeva, chi
telefonava ai genitori e chi ha promesso di non voler lavare la
mano con cui aveva toccato il Pontefice. Sono ancora molto
eccitati per quanto vissuto", aggiunge don Claudio e conclude:
"Domani andremo in San Pietro: dovevamo andare noi da lui e
invece Leone è venuto da noi".
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