di Gian Mario Sias
Una tragedia e due verità diametralmente opposte. Da un lato due genitori dilaniati da un dolore neanche lontanamente immaginabile, la morte della figlia, che accusano i medici. Dall'altra un'ospedale che si difende, escludendo che vi sia un collegamento tra il decesso della piccola e le cure prestate. Gianluca Murgia, di 41 anni, e Tiziana Spanu, di 35, vivono a Uri, un paese in provincia di Sassari, con due figlie di 13 e di 8 anni.
La terzogenita, Alessia, è morta lunedì scorso intorno alle 8.10 del mattino nella clinica pediatrica dell'Azienda ospedaliero universitaria (Aou). Aveva appena tre mesi e gravissime malformazioni cardiache che l'hanno costretta a cure e diversi interventi chirurgici. I vertici dell'Aou hanno immediatamente avviato una formale indagine interna e hanno diffuso una nota ufficiale con cui escludono "che ci sia un nesso tra la morte e le cure prestate" alla piccola.
Dopo il decesso i due genitori, disperati e inconsolabili, hanno denunciato i fatti, facendo scattare l'inchiesta della Procura di Sassari. Agli inquirenti occorrerà attendere gli esiti dell'autopsia che sarà effettuata sul corpicino della piccola. Ma per l'Aou non ci sono dubbi.
"La bambina, nata con gravissime malformazioni cardiache, ha avuto un arresto mentre ci si apprestava a farle un prelievo del sangue", scrivono i dirigenti aziendali. "Il personale della clinica pediatrica è preparato e formato per assistere piccolissimi pazienti, anche in condizioni critiche come quelle della bimba - prosegue - la direzione generale esprime cordoglio ai genitori per la scomparsa della piccola e attende gli esiti dell'inchiesta".
Dalle colonne della stampa locale i genitori hanno puntato il dito contro due infermiere. "Le hanno inserito un ago in vena e il suo cuore fragile ha ceduto", è l'accusa mossa dal babbo attraverso le pagine del giornale. Scorrendo poi l'articolo il padre e la madre di Alessia dicono di essersi opposti a quell'iniezione, chiedendo che si attendesse l'arrivo del medico, come avveniva nel centro specializzato di Genova, il Gaslini, dove la loro figlioletta è stata operata e assistita diverse volte, nel volgere di questo calvario durato tre mesi appena. Secondo Gianluca Murgia e Tiziana Spanu, le due ausiliarie non avrebbero ascoltato quella loro richiesta.
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