/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Addio a Granfranco Pala, il direttore che parlava ai detenuti

Addio a Granfranco Pala, il direttore che parlava ai detenuti

Riaprì l'Asinara per capimafia e gestì passaggio Buoncammino-Uta

CAGLIARI, 05 dicembre 2023, 16:24

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

E' morto al Policlinico di Monserrato Gianfranco Pala, 64 anni, originario di Decimomannu, dopo una vita professionale dedicata all'amministrazione penitenziaria.
    Nel 1989 fu direttore di Badu 'e Carros, a Nuoro. Dal '91 ebbe l'incarico di riaprire l'Asinara attrezzando il 41 bis a Fornelli che dal 1992 in poi ospitò circa 250 capimafia, tra i quali Totò Riina, Leoluca Bagarella, Francesco Schiavone. Fu poi alla guida del carcere di Buoncammino, a Cagliari: nel 2014 gestì il trasferimento a Uta. Ha sempre lavorato per l'apertura del carcere alle associazioni di volontariato, per consentire ai reclusi una detenzione meno afflittiva.
    "Il suo ruolo - ricorda Maria Grazia Caligaris dell'associazione Socialismo Diritti Riforme, in prima linea nelle carceri sarde - non gli evitava di manifestare, al pari del rigore nelle risposte, empatia, umanità e sensibilità.
    Effettuava colloqui quotidiani con le donne e gli uomini privati della libertà ricordando sempre a se stesso che la sua posizione non poteva ammettere incertezze e ripensamenti ma consapevole che dare una risposta seppure negativa significava sottrarre la persona detenuta alle mille illazioni che gli avrebbero procurato una sofferenza".
    Presidente regionale della Federazione pugilistica italiana, fino all'ultimo con tutte le sue forze ha girato la Sardegna garantendo la sua preziosa esperienza e presenza in tutte le manifestazioni di pugilato e nelle riunioni organizzate per migliorare e fare crescere una disciplina sportiva che amava fin da ragazzo.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza