E' morto al Policlinico di
Monserrato Gianfranco Pala, 64 anni, originario di Decimomannu,
dopo una vita professionale dedicata all'amministrazione
penitenziaria.
Nel 1989 fu direttore di Badu 'e Carros, a Nuoro. Dal '91
ebbe l'incarico di riaprire l'Asinara attrezzando il 41 bis a
Fornelli che dal 1992 in poi ospitò circa 250 capimafia, tra i
quali Totò Riina, Leoluca Bagarella, Francesco Schiavone. Fu poi
alla guida del carcere di Buoncammino, a Cagliari: nel 2014
gestì il trasferimento a Uta. Ha sempre lavorato per l'apertura
del carcere alle associazioni di volontariato, per consentire ai
reclusi una detenzione meno afflittiva.
"Il suo ruolo - ricorda Maria Grazia Caligaris
dell'associazione Socialismo Diritti Riforme, in prima linea
nelle carceri sarde - non gli evitava di manifestare, al pari
del rigore nelle risposte, empatia, umanità e sensibilità.
Effettuava colloqui quotidiani con le donne e gli uomini privati
della libertà ricordando sempre a se stesso che la sua posizione
non poteva ammettere incertezze e ripensamenti ma consapevole
che dare una risposta seppure negativa significava sottrarre la
persona detenuta alle mille illazioni che gli avrebbero
procurato una sofferenza".
Presidente regionale della Federazione pugilistica italiana,
fino all'ultimo con tutte le sue forze ha girato la Sardegna
garantendo la sua preziosa esperienza e presenza in tutte le
manifestazioni di pugilato e nelle riunioni organizzate per
migliorare e fare crescere una disciplina sportiva che amava fin
da ragazzo.
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