Preoccupazione e incertezza sui
dazi per l'esportazione del pecorino romano negli Stati Uniti.
Ma al momento, anche in vista della possibile battaglia
commerciale internazionale, le aziende si concentrano sul
disciplinare di produzione. Obiettivo: ribadire che il formaggio
deve essere fatto con le razze autoctone, dalla Sarda alla
tipica Nera di Arbus, dalla Comisana alla Massese, dalla Vissana
alla Sopravissana, passando per quella dell'Amiata.
Ne hanno parlato oggi in una conferenza stampa Agrinsieme
Sardegna e le maggiori cooperative di trasformazione
lattiero-casearie ovine dell'isola. Molte le iniziative nelle
ultime settimane: dall'invio di una lettera al Ministero
dell'Agricoltura, all'incontro con l'assessore Gianfranco Satta.
"Nei mesi scorsi c'è stato un errore, dato dal non
riconoscimento delle razze autoctone all'interno del
Disciplinare di produzione del Pecorino Romano Dop - spiega il
coordinatore regionale di Agrinsieme e direttore di Legacoop
Sardegna, Daniele Caddeo -. Ma sarebbe un ulteriore errore
ampliare alla produzione di Romano qualsiasi razza ovina. Siamo
per la diversificazione e quindi affinché attraverso le razze
non autoctone si possano ovviamente produrre e aiutare a
produrre in Sardegna tutte le diverse tipologie di formaggi a
esclusione delle Dop. Il Pecorino romano deve riuscire a
mantenere e a conservare l'importanza che ha saputo esercitare
in questi anni in termini di trasformazione lattiero caseario di
eccellenza internazionale. Non la si può svilire. Per questo
serve anche una presa di posizione politica importante e chiara
della Regione".
Attenzione allo scenario internazionale: "Gli ultimi due anni
sono stati felici - afferma il vice coordinatore di Agrinsieme,
Giuseppe Patteri - non dobbiamo tuttavia abbassare la guardia,
soprattutto ora che si rischia fortemente l'entrata in vigore
dei dazi da parte degli Usa. Dazi che danneggerebbero tantissimi
prodotti agroalimentari italiani, compreso il Pecorino romano. È
necessario apportare delle modifiche al disciplinare di
produzione che tengano conto della centralità delle razze
autoctone allevate in Sardegna e da cui proviene il latte
trasformato in Romano".
Attenzione alle conseguenze. "Produrre Pecorino Romano Dop da
ogni tipo di latte ovino può comportare - dice il presidente di
Confagricoltura Sardegna, Stefano Taras - nel medio e lungo
periodo, una ricaduta negativa sui prezzi del formaggio e quindi
verso gli allevatori".
Anche Salvatore Palitta, presidente coop Agriexport e La
Concordia all'attacco: "Il nostro ricorso al Ministero nasce
dalla paura che l'uso crescente di razze non autoctone possa
compromettere il legame con il territorio, rendendo il Pecorino
romano meno distintivo e più standardizzato, con qualità e
struttura stravolta e un'alterazione della tipicità del
prodotto".
I dazi? "Certo che dobbiamo preoccuparci - osserva Renato
Illotto, di Cao formaggi - un giorno ne sentiamo una, l'indomani
ne sentiamo un'altra: queste dinamiche mondiali purtroppo
saranno sempre più frequenti. Ma proprio per questo è importante
difendere la produzione del pecorino sardo".
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