(di Vincenzo Garofalo)
Fede, tradizione, cultura e
turismo. La Settimana Santa, con i suoi riti che riecheggiano
uguali da secoli, ma allo stesso diversi in ognuno degli
innumerevoli centri dell'Isola, non è solo religione. Nell'epoca
moderna la Settimana Santa in Sardegna annuncia non solo
l'avvento della Pasqua, ma anche l'inizio della lunga stagione
turistica che spegnerà i suoi fuochi a ottobre inoltrato.
Per questo ogni appuntamento, ogni processione, ogni rito
profondamente legato alla fede cristiana ha un suo risvolto
pagano, una ragione in più di esistere ed essere rappresentato:
affermare un'identità e proporla, farla conoscere, ammaliare i
visitatori che arrivano da tutto il mondo. Così la "Setmana
Santa" di Alghero, di matrice catalana, il "Lunissanti" di
Castelsardo, le processioni dei Misteri di Oristano e Sassari,
la Chenapura Santa di Iglesias, solo per citare le
manifestazioni religiose più ammirate e partecipate, sono sì un
invito a raccogliersi in preghiera per prepararsi a celebrare la
resurrezione di Gesù Cristo.
Ma sono anche la cartolina di una terra che, anche nei suoi
momenti più intimi, quelli del raccoglimento nella fede,
appunto, sa e vuole essere ospitale. Ad Alghero i riti si aprono
il venerdì prima della "Domenica delle Palme", con la
processione dell'Addolorata, proseguono con il momento più
toccante, il Desclavament (la rievocazione della deposizione del
corpo di Cristo), si concludono il giorno di Pasqua con
l'Encontre. Tutto ciò con le viuzze del centro storico
illuminate dalla luce tenue dei farols (i tradizionali ceri
avvolti dalla carta rossa) e dai lampioni ammantati di stoffa
rossa, che rendono i riti misteriosi e affascinanti.
Restando nel nord Sardegna, a Castelsardo il momento più
suggestivo della Settimana Santa è il "Lunissanti": il lunedì
dopo la Domenica delle Palme, prima che spunti il giorno, si
celebra la messa nella chiesa di Santa Maria e in processione si
raggiunge la basilica di Nostra Signora di Tergu, per poi fare
il percorso inverso nel pomeriggio e concludere alla sera con la
processione nel centro storico illuminato solo dalle fiaccole.
Anche Sassari celebra con antico fervore i riti della
Settimana Santa, derivati dalle tradizioni religiose iberiche,
eredità della presenza spagnola in città durata quattro secoli.
Processioni cariche di mistero attraversano i vicoli del centro
storico in un silenzio irreale attraversato dalle preghiere
delle arciconfraternite e dei fedeli.
A Oristano la giornata più intensa si vive il martedì, con le
processioni dei misteri che sfilano per il centro storico
rinnovando tradizioni secolari, mentre a Cuglieri i percorsi per
le vie del paese sono accompagnati dai canti delle donne, i
"gosos" della Madonna addolorata e il Miserere.
A Cagliari i riti coinvolgono i quattro quartieri storici,
Villanova, Marina, Stampace e Castello, con la Via Crucis, la
processione dei Sette Misteri, il giro delle Sette Chiese, Su
Scavamentu e S'incontru. E con una particolarità che rievoca il
mito fenicio di Adone: l'esposizione nelle chiese nelle chiese
"Is nenniris", i piatti riempiti di bambagia in cui il Mercoledì
delle Ceneri sono stati seminati chicchi di grano o legumi, poi
lasciati crescere al buio.
Fra i toccanti riti che caratterizzano la Settimana Santa di
Iglesias, si distingue la "Chenapura Santa": il giovedì si
rievoca la Passione imbandendo la tavola per l'ultima cena di
Cristo.
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