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Teatro: al Libero Gogò e Didì ..'aspettando Godot'

Teatro: al Libero Gogò e Didì ..'aspettando Godot'

In scena magma di colori come liquami industriali

PALERMO, 31 marzo 2017, 16:38

Redazione ANSA

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Aspettando Godot - RIPRODUZIONE RISERVATA

Aspettando Godot - RIPRODUZIONE RISERVATA
Aspettando Godot - RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrà in scena al Teatro Libero di Palermo da giovedì 6 a sabato 8 aprile, ore 21.15, "Aspettando Godot" di Samuel Beckett. Regia di Alessandro Averone che vedrà in scena: Marco Quaglia, Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro, Antonio Tintis e Francesco Tintis; le scene sono di Alberto Favretto ed Elisa Bortolussi; i costumi di Marzia Paparini; una produzione Compagnia Sycamore T Company di Roma.
    Un magma di colori come liquami industriali, un lampione piegato che fa da seduta, e un albero rinsecchito di scheletrici tubi e antenne accolgono Gogò e Didì in scena. Hanno trascorso un'altra giornata ad aspettare, a parlare, a ricordare; anche stavolta Godot non arriverà. Due barboni che potrebbero essere chiunque e proprio per questo motivo racchiudono una moltitudine di aspetti dove qualunque uomo può riconoscersi, dalla riflessione sull'ineluttabilità del tempo che scorre, all'inutile attesa degli eventi e del non senso dell'esistenza. Aspettando Godot è affidato da Averone non più a due clown/barboni maturi, bensì di più giovane età, che si esprimono dando maggiore risalto all'aspetto comico piuttosto che alla convenzionale cupezza metafisica, comunque imbrigliati in quella paura senza nome che reclama la voce di Dio. "Quello che mi ha sempre affascinato in Beckett - afferma Alessandro Averone - è la sottile e fine poesia che scaturisce dai suoi testi. L'amore e la compassione per l'essere umano costretto disperatamente alla ricerca di un senso. Si aspetta. Qualcosa di indefinito e sconosciuto. Si fa passare il tempo e si riempie uno spazio. Ci si aggrappa perdutamente a qualsiasi cosa ci ricordi che esistiamo e che siamo vivi. Si resiste. Con affetto e violenza. Con quello che si è. Con tutti i nostri limiti. Stretti l'un l'altro.  Aspettando Godot".
   
   

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