"E' stato dato un riconoscimento
al modo in cui Palermo, e direi anche la Sicilia in generale, ha
affrontato il tema dell'inclusione e dell'integrazione". Così
Aurelio Angelini, direttore della Fondazione Unesco Sicilia, ha
giudicato l'ammissione di Palermo alla rete Eccar delle città
antirazziste. "Da tempo - aggiunge - Palermo va voltato le
spalle a una certa cultura che punta invece alla discriminazione
e all'esclusione. Sono due elementi, quelli della
discriminazione e dell'esclusione, che minano le fondamenta di
una società fermamente intenzionata a essere coesa, libera e
inclusiva. L'impegno contro la discriminazione va inteso
naturalmente in senso largo e comprende le donne, il sesso, la
religione".
In questo riconoscimento c'è, secondo Angelini, un filo che
lo collega a quello di "Learning city". "Palermo - aggiunge -
vanta una forte propensione a iniziative che la qualificano come
città che svolge funzioni educative anche al di fuori delle
istituzioni formali. E sono iniziative che mirano a educare i
cittadini in senso civico, a essere comunità, a partecipare alla
vita sociale e ai cambiamenti che la società richiede, a
vitalizzare l'apprendimento. Questa vocazione si collega a
un'iniziativa di qualche decennio fa, la scuola adotta un
monumento, che coglieva il profondo legame di Palermo con il suo
patrimonio".
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