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Fotografia, sorrisi e parole tra Sciascia e Bufalino

Fotografia, sorrisi e parole tra Sciascia e Bufalino

L'atmosfera familiare negli scatti del genero dello scrittore

COMISO, 10 novembre 2021, 13:18

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'amicizia era nata nella maturità.
    Ma il primo incontro, preceduto da contatti e telefonate, risale all'estate del 1981: Leonardo Sciascia aveva 60 anni, Gesualdo Bufalino ne aveva 61. Era stato proprio Sciascia a scoprirlo e a lanciarlo come autore di "Diceria dell'untore".
    I biografi dei due scrittori raccontano che, preceduto da contatti e telefonate, fu un "incontro di altri tempi" fatto di abbracci, sguardi e sorrisi. Quei sorrisi si sarebbero rinnovati spesso nella casa di Sciascia alla Noce, vicino a Racalmuto, e li avrebbe con cura ripresi il genero dello scrittore, Nino Catalano. Quelle foto, una trentina, raccontano scene familiari e diventano ora una mostra ("Sorrisi alla Noce con Sciascia e Bufalino"). L'ha organizzata la Fondazione Bufalino e sarà inaugurata a Comiso il 13 novembre. Resterà aperta fino al 28 novembre. Alla presentazione interverranno Giuseppe Di Giacomo, Nunzio Zago, il sindaco Maria Rita Schembari e Vito Catalano che con il fratello Fabrizio compare in alcune immagini, tra il nonno e il suo amico, nell'atmosfera gioiosa e rilassante del terrazzo.
    Gli incontri erano frequenti. Di solito Bufalino arrivava in compagnia del fotoreporter Giuseppe Leone, che combinava i compiti dell'autista con il ruolo di biografo per immagini dei due scrittori. Erano incontri di festa. "Una festa - scrive Matteo Collura nel libro 'Il maestro di Regalpetra' - della memoria, della letteratura e dei misteri in essa contenuti, della loro esperienza di giovani lettori, prigionieri in un angolo di mondo dove i libri e il cinema erano finestre aperte su una vita che sembrava appartenere soltanto agli altri fortunati abitanti del pianeta".
    Bufalino e Sciascia, ricorda Vito Catalano anch'egli scrittore, "non amavano i salotti buoni, la mondanità e si incontravano in una dimensione intima, dove il sentimento di un'amicizia vera, profonda, familiare si intrecciava a una conversazione alta quale oggi è probabilmente impossibile ritrovare, ascoltare".
   

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