Ripartite le indagini su
insediamento della Media età del bronzo, abbandonato
improvvisamente tremila anni a Ustica, a causa di un evento
traumatico. Il sito, che presenta un muro fortificato di 250
metri, alto 5 e rafforzato da 13 torrioni, si trova al Villaggio
preistorico dei Faraglioni. In questi giorni una squadra di
ricercatori delle sezioni di Napoli e Roma dell'Istituto
nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), ha iniziato
sistematici rilievi georadar e geoelettrici sull'area, portando
avanti il progetto di ricerca sulle fortificazioni avviato negli
scorsi anni da un team composto da alcuni studiosi tra cui
Franco Foresta Martin, Pierfrancesco Talamo, Stefano Furlan,
Mauro A. Di Vito, Sandro De Vita, Anna Russolillo.
A dare impulso alla ricerca, il neo-direttore del Parco
archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato, architetto
Domenico Targia, da cui il Villaggio archeologico di Ustica
dipende. Le tecniche d'indagine utilizzate dai ricercatori
permetteranno di esplorare il terreno sottostante, fino alla
profondità di qualche metro, senza ricorrere a scavi, per
verificare l'esatta collocazione di un doppio muro difensivo
oltre ad ambienti, strutture e oggetti sepolti. Obiettivo
principale dell'indagine, in questa prima fase, è proprio il
grande muro difensivo.
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