Il gup di Palermo ha condannato in
abbreviato a sei anni e otto mesi per favoreggiamento aggravato
e procurata inosservanza della pena Andrea Bonafede, cugino ed
omonimo del geometra di Campobello di Mazara che ha prestato
l'identità a Matteo Messina Denaro. L'accusa in aula era
sostenuta dai pm Piero Padova e Gianluca de Leo. Bonafede è
accusato di aver fatto da intermediario tra il boss allora
latitante e il medico Alfonso Tumbarello nel periodo in cui il
capomafia era in cura per il cancro al colon che poi l'ha
ucciso. L'imputato faceva avere a Messina Denaro le ricette
intestate al geometra e le prescrizioni firmate da Tumbarello
necessarie alle terapie. Bonafede si è difeso sostenendo di non
sapere che il reale malato era il padrino ma di essere convinto
che ad avere il tumore fosse il cugino che voleva però tenere
riservata la patologia.
Il giudice ha accolto solo parzialmente le richieste del
procuratore aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Gianluca De Leo
e Pierangelo Padova, che avevano invocato una condanna a 13 anni
di carcere. Bonafede, difeso dall'avvocato Tommaso De Lisi, era
stato arrestato il 7 febbraio scorso, cioè poche settimane dopo
la cattura di Messina Denaro, avvenuta il 16 gennaio dopo una
latitanza trentennale.
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